Interporto delle Marche: da problema a risorsa

Può un problema trasformarsi in una risorsa? E’ la parabola dell’Interporto di Jesi. Aumento di capitale e investimenti privati, infatti, lo hanno trasformato in una società competitiva e completamente risanata. Oggi è il polo centrale delle infrastrutture della logistica delle Marche, con porto e aeroporto.

“Abbiamo salvato un’infrastruttura che era costata 120 milioni di euro ai marchigiani e che oggi è libera di programmare il proprio futuro, di rilanciarlo in un’ottica di intermodalità, con un’opportunità enorme di occupazione e sviluppo, in un settore, quello logistico, che è strategico a livello nazionale e internazionale – ha detto il presidente della Regione Francesco Acquaroli, nel corso di una conferenza stampa – Ora sarà concretamente possibile realizzare maggiori interconnessioni tra interporto, porto e aeroporto: snodi essenziali per l’intermodalità perché le merci devono essere in grado di arrivare alla destinazione finale in tempi certi. Vero elemento di novità odierno è che l’interporto è una società risanata e può programmare il proprio futuro”.

Grazie al piano di risanamento, “l’infrastruttura è in una condizione di equilibrio finanziario – ha sottolineato il presidente di Interporto Marche spa Marco Carpinelli – Terminata questa fase, si apre quella di sviluppo industriale, recuperando la missione propria, legata alla logistica. Andranno realizzati gli investimenti per sviluppare le connessioni con gli altri snodi della rete: porto e aeroporto”.

È stato risolto “un problema enorme, fermo da anni, che sblocca completamente la società interporto – ha rimarcato il sindaco di Jesi Massimo Bacci – Per il nostro territorio è una svolta fondamentale: torna operativa un’infrastruttura per gran parte ferma da anni, nonostante sia strategica per lo sviluppo regionale. La logistica sta assumendo un’importanza straordinaria, alla luce anche di come è cambiato il commercio nel mondo, sempre più ad appannaggio di forme elettroniche. Questo territorio ha la fortuna incredibile di avere quella che è chiamata la piattaforma logistica delle Marche. Grazie alla Regione si è avviata una sinergia tra questi tre poli che sarà un volano economico importante per le Marche”.

Non è stata una strada breve risanare Interporto. Inizialmente, si è ottenuto dalla Ue il via libera all’aumento di capitale di 8 milioni di euro da parte della Regione Marche. Nello stesso tempo, lavorando a stretto contatto con gli uffici regionali, è stato approvato il piano di risanamento 2021-2024: condizione necessaria per l’erogazione dell’aumento di capitale, in grado di riequilibrare la situazione finanziaria e ripristinare la redditività dell’infrastruttura marchigiana. A questo punto, è stato possibile attivare una sinergia con il tessuto produttivo locale, permettendo l’inizio di investimenti privati con l’acquisto del terminal intermodale.

Con l’aumento di capitale e l’investimento provato, l’Interporto si è trasformato in una realtà pienamente operativa. Rfi intende investire nella stazione contigua all’Interporto per consentire l’uso di treni merci fino a 750 metri; è poi previsto il potenziamento della linea Orte – Falconara e il collegamento lato nord (by Pass Falconara). Il ministero delle Infrastrutture ha finanziato l’ultimo miglio di connessione del porto di Ancona per 99 milioni di euro e ha avviato investimenti di 4,5 milioni per potenziare la logistica nell’area di Interporto. Sono già in corso i lavori di raddoppio a quattro corsie della Statale 16 da Falconara a Torrette di Ancona. Quest’anno si concluderà l’intervento viario Quadrilatero Fabriano – Matelica. Tutti questi interventi hanno sedotto diversi investitori privati, come Amazon, che dell’Interporto intende farne il principale polo logistico del sud Europa, con ricadute importanti sul piano dell’occupazione.

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