Cinzia Franchini, Ruote Libere: “Clima di tensione nel settore dell’autotrasporto”

Due episodi hanno scosso nelle ultime settimane il mondo dell’autotrasporto: prima il sindacalista ucciso da un camionista durante una manifestazione, poi il camion cisterna esploso sull’A1 che ha provocato la morte di due camionisti. Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere, associazione che racchiude piccoli imprenditori del trasporto merci, parla infatti di un periodo caratterizzato “da un clima di tensione e di maleducazione, con poco rispetto nei confronti di alcuni lavoratori”.

Un clima che deriverebbe da una corsa al ribasso nei costi sia nell’autotrasporto sia nella logistica: “Quando si fa la corsa a chi va a meno, dovrebbe accendersi un campanello d’allarme perché ‘sotto’ troppo non si può andare. Il personale costa, il gasolio anche. Chi gira a prezzi troppo bassi ha messo da parte la legalità. Non per niente quasi tutti i giorni sentiamo di operazioni delle forze dell’ordine che interessano imprese di autotrasporto, anche grandi, con parole come riciclaggio, sfruttamento, trasporto di cocaina insieme all’ortofrutta”.

Parla, nello specifico, del sindacalista ucciso la portavoce dell’associazione: “Il 25enne avrà la vita rovinata e io voglio credere alle sue parole: dice di aver avuto paura del linciaggio durante la manifestazione e di non essersi accorto, scappando, di aver preso sotto qualcuno. Ma non è possibile che un lavoratore abbia paura del linciaggio. E poi, un’altra cosa mi lascia delusa: in altri tempi, il camionista avrebbe solidarizzato con i lavoratori della logistica, le due categorie avrebbero manifestato insieme. Invece, è capitato l’incidente mortale: una cosa gravissima”. Aggiunge Cinzia Franchini: “I SiCobas parlano di padroni – gli autotrasportatori – e poveri sindacalisti. Ma qui non ci sono padroni. È una guerra tra poveri. La parte ricca è quella che gestisce la movimentazione della merce e vuole lavoratori deboli e a basso costo. La stessa cosa accade nella logistica”.

La situazione negli altri Paesi è a macchia di leopardo, ma l’Italia “è uno dei Paesi dove il settore è più in difficoltà. Facciamo l’esempio della Francia, il primo Stato che ha chiesto di non effettuare il riposo in cabina. Sono più avanti. In Italia ci stiamo facendo la concorrenza tra noi, al ribasso”. Sugli ultimi due episodi, “le associazioni di autotrasportatori non hanno proferito parola, lo hanno fatto solo i sindacati. Questo fa riflettere. Mentre sarebbe indispensabile pensare a come far pesare la rappresentanza. C’è una sfiducia generale negli imprenditori”.

Con Cinzia Franchini parliamo anche della piastre logistiche: “Che sono gestite spesso da cooperative, che aprono e chiudono velocemente, evitando così di pagare i contributi. I lavoratori vengono associati alle cooperative, diventano soci cooperatori, è un escamotage per abbassare il più possibile i costi. Da quanti anni Alleanza Cooperative ha chiesto di modificare la normative? Se tutte le volte impieghiamo 20 anni per capire cosa non va, è sempre troppo tardi. La categoria è in grande difficoltà, ecco perché nessuno vuole più fare l’autotrasportatore”.

Dalle cooperative ai consorzi: “Molti sono sani. Hanno il pregio di aggregare tanti autotrasportatori mono veicolari, ma anche piccoli imprenditori che altrimenti farebbero fatica a sopravvivere da soli. Il consorzio ha più potere contrattuale potendo contare su autocarri di dimensioni anche grandi. Il lavoratore, a sua volta, non deve andare a cercarsi da solo i viaggi da fare. Non solo: i costi del gasolio diminuiscono perché il consorzio ne acquista grosse dimensioni. L’imprenditore si ritrova in un gruppo che ti procura il lavoro. I consorzi funzionano molto bene, ma è così anche per le cooperative sane. Forse i consorzi hanno più autonomia. Sono importanti pure per la crescita professionale di alcuni colleghi, che qui possono imparare e relazionarsi con gli altri”.

Chiude, la portavoce di Ruote Libere, con l’incidente dell’autocisterna: “In Italia c’è una normativa di 20 anni fa che riguarda le merci pericolose: sono previsti controlli su aziende di autotrasporto e non solo. E’ obbligatorio avere in azienda un responsabile della sicurezza. Peccato che da 21 anni questa legge venga disattesa perché il Ministero non ha mai dato indicazioni sulla sua applicazione”. Viene da dire che siamo in Italia: “Già, purtroppo è così”.

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