I problemi di udito vanno affrontati appena ci si rende conto di non sentire più bene per evitare che vadano ad incidere sulla qualità della vita. I consigli del dott. Giuseppe Bove (Audioprotesista) del centro per l’udito “Otofon” di Bari

Dott. Giuseppe Bove - Otofon

La perdita di udito fa registrare dati in costante crescita a livello mondiale, soprattutto per effetto dell’aumento dell’inquinamento acustico, dell’avanzare dell’età, di possibili traumi acustici (colpi subiti alla testa) o dell’utilizzo di farmaci ototossici, non ultimi di fattori ereditari. Da qui la necessità di affrontare il problema con la necessaria determinazione per evitare che vada ad incidere sulla qualità della vita.

Allo stato attuale, invece, sono tantissimi coloro che avvertono seri problemi di udito ma non fanno ricorso ad una protesi acustica. Ci riferiamo a persone anziane, così come a uomini e donne di fascia compresa tra i 41 e i 59 anni, per un totale – a livello nazionale – di circa sette milioni di persone.

Eppure per rendersi conto del calo di capacità uditiva basta osservare alcuni campanelli di allarme, a partire dalla necessità di aumentare il volume della televisione o di chiedere a chi ci sta vicino di ripetere quello che ha appena detto, soprattutto se ci si trova all’aperto.

Quando ci si convince della necessità di fare ricorso ad una protesi acustica, però,  bisogna tenere presenti alcuni fattori prima di effettuare la scelta.

Il primo e più importante è che un apparecchio acustico non può andar bene per tutti. Bisogna rivolgersi, insomma, a chi, come il centro per l’udito Otofon a Bari, è nelle condizioni di fornire un prodotto personalizzato per rispondere alle esigenze del singolo paziente, visto che ognuno ha una perdita uditiva differente. Insomma, non è il cliente che deve adattarsi alla protesi, ma esattamente il contrario. Gli audioprotesisti, pertanto, devono regolarlo con precisione in base alla curva audiometrica, al condotto uditivo e ad altri fattori. Il risultato sarà davvero sorprendente rispetto a quello che si otterrebbe utilizzando apparecchi acustici applicati in modo standard.

Alcuni marchi, anche famosi, si preoccupano di enfatizzare l’aspetto estetico di una protesi acustica, dando poca importanza alla sua capacità socio-riabilitativa, come se un apparecchio si dovesse “nascondere” alla vista degli altri, dimenticando che una persona che ci sente meno è facilmente riconoscibile proprio perché notiamo che non capisce quando parliamo.

Coloro che hanno risolto bene questo problema, non daranno mai ad altri la sensazione di esser “sordi”.

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