Sauro Pellerucci: “Grazie ad uno sviluppo imprenditoriale edificante, guardiamo al futuro con rinnovata speranza”

Si è svolto lo scorso 8 maggio 2021 l’evento “Riflessioni di spiritualità imprenditoriale”, organizzato dall’Associazione San Giuseppe Imprenditore (ASGI) nelle sue due sedi di Assisi ed Asti, che ha visto tra gli altri anche la partecipazione del Presidente di Pagine Sì! S.p.A. Sauro Pellerucci, che ha colto l’occasione per riflettere sul futuro dell’imprenditoria italiana.

“Siamo in un periodo di crisi derivante da una pandemia che si innesta su di una crisi economica preesistente – ha affermato il Presidente Pellerucci. Ciò ci può portare verso una ‘tempesta perfetta’ oppure a una rivisitazione complessiva del nostro ruolo imprenditoriale. E proprio ora trovo di grande interesse ricordare la suggestione che stimola San Giuseppe Falegname, che volge lo sguardo al cielo ma poi poggia saldamente la mano sulla pialla, sapendo che la sua missione è quella di dare stabilità alla sua famiglia”.

Da sempre Pagine Sì! S.p.A., l’azienda fondata e guidata da Sauro Pellerucci da più di 25 anni, accompagna le piccole e medie imprese nel mondo della digitalizzazione, permettendogli di svilupparsi accogliendo la rivoluzione digitale in seno al proprio business imprenditoriale. Per questo nel suo intervento Pellerucci ha voluto sottolineare “l’importanza del lavoro e dei lavoratori, in quanto l’imprenditore è il primo tra i lavoratori, perché sente sua la missione imprenditoriale atta a valorizzare gli strumenti del proprio lavoro”. Secondo Sauro Pellerucci per poter guardare al domani con rinnovata speranza e fiducia per la rinascita del Paese è necessario avere sempre più imprenditori illuminati, frutto di quella “imprenditoria sana capace di produrre progetti sostenibili investendo nei propri talenti e valori. Non è il momento – continua Pellerucci – di avere una visione di breve durata perché questo non è il tempo del mordi e fuggi. L’imprenditore che fa della sostenibilità la propria bussola sa che il denaro è un mezzo e non il fine della propria opera, e sa che il successo è sempre incerto. Per questo deve essere il primo paladino della sostenibilità”.

Spiega il Presidente: “Un business sostenibile è un business intelligente perché considera gli stakeholder,
cioè degli aventi interesse, condivide il successo e minimizza i rischi di impresa. L’ambiente, i concittadini, i dipendenti, lo Stato, le associazioni, i clienti, i fornitori, le famiglie, il rispetto delle regole: tutto rientra nella sostenibilità, nella responsabilità di un’impresa che vuole prosperare, farsi scegliere, rendersi desiderabile.

Quindi per avere imprese e un’economia in salute è necessario comprendere che è finito il tempo delle furberie e che ci è rimasto solo il tempo per le ‘Persone per bene’, per i costruttori di futuro. Sia tra gli imprenditori che tra i lavoratori, per non dire tra i politici che tutti ci auspichiamo siano saggi e lungimiranti tanto da creare le premesse affinché il futuro, dopo aver garantito giuste tutele, possa far riprendere quota alle opportunità, perché senza opportunità le tutele sono destinate a esaurirsi in breve tempo”.

Da tempo Sauro Pellerucci ha fortemente voluto accendere i riflettori proprio sulle Persone per Bene, ovvero su coloro che operano nel loro quotidiano per il bene comune. Un modello, questo, che in campo imprenditoriale fa leva sulla Responsabilità Sociale d’Impresa, che guarda a un modello imprenditoriale basato sullo sviluppo delle persone prima ancora che sulle componenti finanziarie necessarie. Da qui la voglia di far nascere l’Associazione ISUPP – Io Sono Una Persona Perbene, mettendo in risalto quanto di buono e lungimirante c’è tra i cittadini. Una tematica sempre più attuale, nonostante oggi sembri difficile uscire da questa profonda crisi economia e sociale oltreché sanitaria, che sta attanagliando l’Umanità.

“Questa crisi è complessa – continua Sauro Pellerucci – perché vede in atto contemporaneamente lo stravolgimento dei comportamenti e il dominio digitale delle aziende multinazionali che è incombente. Come consumatori siamo attratti dai grandi marketplace digitali; come negozianti ne siamo spaventati. Ma per chi ha un’azienda queste dinamiche sono diventate pane quotidiano. Ogni giorno, infatti, ci si trova in uno scenario nuovo: a volte l’innovazione apre nuove vie di crescita, altre è un oggettivo pericolo”.

Quali soluzioni, allora per il futuro? Secondo Pellerucci “occorre imparare a muoversi bene nell’ambiente digitale, non c’è dubbio. Bisogna fare squadra ma anche gruppo, ricercando anche sinergie esterne, perché la specializzazione è sempre più necessaria ed è necessario individuare partner specializzati per il perseguimento degli obiettivi prefissati. Oggi occorre saper dialogare con ogni attore della società civile, con il terzo settore, con le associazioni, con il mondo dell’istruzione, affinché il lavoro, la capacità di fare, la passione, tornino a essere le basi sulle quali costruire il nostro comune futuro”.

Senza la “digital trasformation” non si potrà, quindi, andare lontano né guardare al futuro con rinnovata
speranza.

“Bisogna recuperare una visione sostenibile, cioè individuare il proprio lavoro per il futuro, lavoro che può divenire azienda e trasformarci in imprenditori, in costruttori di valori sostenibili, per noi e per gli altri – conclude Pellerucci, che sente necessario dare un ultimo consiglio: “Non abituiamoci troppo a vivere da confinati. Il virus passerà, come sono passate le troppe guerre del passato, e rimarrà un brutto ricordo. Questo è l’augurio per noi tutti. Guardiamo in avanti”.

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