Spingono per una riapertura quasi immediata. I gestori dei parchi a tema protesteranno il prossimo 11 maggio, con loro pure i personaggi dei cartoni animati.

Occupano almeno sessantamila lavoratori in tutt’Italia: sono i parchi a tema, che sono stati chiusi, tra i primi, all’inizio della pandemia ed anche adesso non vengono considerati come dovrebbero. Eccola allora la motivazione della manifestazione di protesta che si terrà il prossimo martedì 11 maggio,a Roma, indetta dalla Associazione Parchi Permanenti Italiani aderente a Confindustria. A “supporto” sfileranno anche le mascotte e i personaggi dei cartoni animati per sensibilizzare rispetto ad una riapertura che non sia quella prevista e cioè luglio prossimo.
In perfetta sintonia con l’atmosfera divertente e allegra che anima i parchi divertimento dedicati alle famiglie, la manifestazione sarà pacifica e colorata, a misura di bambino, con tanta musica, palloncini e un palco sul quale sfileranno i personaggi dei cartoon e le mascotte dei protagonisti del comparto: i parchi del gruppo Costa Edutainment, Leolandia, MagicLand, Mirabilandia, Zoomarine, Gardaland e molti altri ancora.
Un modo per ringraziare della fiducia e del sostegno ricevuto i tanti visitatori che, con pazienza e senso di responsabilità, continuano ad attendere la riapertura, ma anche l’opportunità per un richiamo alle Istituzioni, ree di aver ignorato le richieste del settore e di aver ingiustamente posticipato il via libera a luglio.
Giuseppe Ira, Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia (BG), dichiara: “Il Governo sta giocando con il futuro di migliaia di lavoratori, molti dei quali sono stagionali e dal 30 aprile hanno perso ogni sussidio. Le Istituzioni non possono continuare ad ignorarci. Chiediamo di poter aprire prima, come avviene all’estero e come sarebbe logico dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi riferite all’invito ai turisti stranieri di tornare in Italia a partire dal 15 maggio. Sarebbe spiacevole che i turisti trovassero chiusi solo i parchi a tema: le nostre sono attività sicure, all’aperto e i protocolli predisposti lo scorso anno hanno dimostrato di funzionare perfettamente”.
L’Associazione Parchi Permanenti Italiani ricorda inoltre che, in 14 mesi di crisi, le aziende del settore non hanno ricevuto ristori e finanziamenti, nonostante gli ingenti costi fissi: il Ministro Franceschini, che rappresenta il comparto a livello istituzionale, ad oggi non ha mai ricevuto i rappresentanti dell’Associazione. Il Ministro Garavaglia fin dal suo insediamento si è reso disponibile ad un confronto e ha confermato la sua disponibilità ad attivare l’iter funzionale al passaggio dei parchi permanenti sotto il Ministero del Turismo: un passaggio che comporterebbe importanti agevolazioni.
Il settore è composto da circa 230 strutture tra parchi a tema, faunistici, avventura e acquatici. Nel 2019 ha generato un giro d’affari superiore ai 400 milioni di euro e 25.000 posti di lavoro diretti (tra occupati fissi e stagionali). Cifre che salgono rispettivamente a 2 miliardi di euro e 60.000 addetti considerando l’indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzioni e altri servizi collaterali. Nel 2020 il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura, 5 parchi italiani sono passati sotto il controllo di fondi di investimento stranieri e si sono persi 10.000 posti di lavoro stagionali.

Exit mobile version