Ottomila lavoratori aspettano l’imminente ripartenza “culturale” dell’Umbria. Mencaroni: “sono quelle le imprese da valorizzare nel sistema post-Covid”

La macchina della ripartenza si è messa in moto: l’Umbria farà perno sulla cultura con i musei e tutti i grandi contenitori d’arte, che apriranno al pubblico. E poi tutto il resto del sistema culturale e creativo chiuso per lockdown da oltre un anno.
Un sistema che nel 2020 “ha retto” rispetto all’anno precedente e offre lavoro in Umbria a quasi 8mila persone.
Le imprese di questo sistema (che include biblioteche, musei, archivi teatri e altre attività culturali, ma anche spettacolo dal vivo, editoria, musica, produzioni video e fotografia, attività di design…) sono al centro di un approfondimento condotto dalla Camera di Commercio dell’Umbria che accende i riflettori su uno dei settori che, anche a causa del distanziamento, ha sofferto di più le conseguenze causate dalla pandemia.

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