Avv. Andrea Silvestre, Taranto: «Reati associativi in crescita: un tema di grande attualità»

Avv. Andrea Silvestre

In Italia, nel periodo delicato del lockdown ma, in particolare, nell’ultimo triennio, si è registrato un incremento di reati associativi, cioè tutti quei reati che comprendono le infiltrazioni mafiose, i sodalizi con associazioni criminali straniere, ma anche i reati contro la pubblica amministrazione come la corruzione o la concussione. Nei periodi di emergenza, infatti, quando vengono stanziati fondi per far fronte alle necessità sociali ed economiche del paese, c’è spesso il reale pericolo di ingerenze criminali nel tessuto imprenditoriale.

Ne parliamo con l’avvocato Andrea Silvestre del Foro di Taranto, specializzato in diritto penale, che ha ricoperto importanti incarichi presso la Camera penale di Taranto e attualmente è titolare dell’omonimo studio legale della cittadina pugliese.

«Nell’ultimo triennio in Italia, soprattutto nelle regioni del centro-nord, si è rilevato un incremento di reati associativi anche ad opera di una certa parte di criminalità organizzata che ha messo gli occhi sui fondi pubblici destinati alle aziende in difficoltà e su tutto il sistema degli appalti. I reati associativi non sono tutti uguali e si possono classificare in tre grandi tipologie distinte per risposta sanzionatoria e caratteristiche intrinseche: la prima riguarda i reati associativi ti tipo qualificato, per intenderci quelli di cui all’articolo 416-bis del codice penale, riguardanti tutti quei crimini che vanno ad alimentare economicamente l’associazione, comprese le infiltrazioni mafiose nell’ambito delle opere pubbliche, nella seconda sono annoverate quelle associazioni per delinquere finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti, di cui all’art. 74 DPR 309/90. Infine, ci sono reati di associazione per delinquere semplice: in questo caso parliamo di delitti organizzati da più persone anche contro la pubblica amministrazione, quindi tutti quei reati di concussione, corruzione, indebita percezione dei finanziamenti o truffa ai danni dello stato o di un altro ente pubblico, che sono commessi anche per vincere appalti o ricevere contributi in maniera indebita. Quest’ultimo reato viene sanzionato con l’articolo 416 del codice penale».

Il reato associativo si configura quando più persone, con un numero minimo di tre, si organizzano per porre in essere una serie indeterminata di delitti rientranti nelle categorie sopra descritte.

«Si tratta di procedimenti abbastanza complessi e delicati e gli strumenti normativi da seguire sono parecchi con sanzioni finali che possono essere molto severe, ecco perché è fondamentale il ruolo dell’avvocato penalista di una certa esperienza: a lui viene richiesta una competenza approfondita della materia per affrontare il procedimento, con una lettura degli atti imparziale e trasparente e con una condotta deontologicamente corretta. Da un lato, quindi, egli deve attenersi scrupolosamente alla documentazione attraverso un’analisi approfondita della stessa, dall’altro, nel caso in cui il proprio assistito si dichiari estraneo alla presunta associazione contestata, è importante condurre il dibattimento verso l’obiettivo di far escludere la sua partecipazione all’interno della stessa, per cercare di far emergere la verità processuale ed attenuare le elevatissime sanzioni penali».

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