Malavita in Toscana, Cgil: “Contrastare in ogni modo le reti criminali”

Gli arresti dei Carabinieri in Toscana hanno riportato in primo piano l’argomento delle infiltrazioni malavitose nella regione, che preoccupano, come ha sottolineato il procuratore nazionale antimafia e come denuncia da tempo anche la Cgil.

Il quadro emerso dalle indagini è piuttosto preoccupante per la gravità dei reati, che vanno a minare profondamente la legalità della Toscana e rappresentano una frattura anche nei confronti di chi doveva controllare. Le attività colpite sono importanti per la regione: il comparto conciario e quello dell’edilizia occupano decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici, sono settori trainanti dell’economia regionale, un fiore all’occhiello italiano in molti casi per la qualità dei prodotti realizzati.

Il sindacato scrive: “Per questo riteniamo di fondamentale importanza che l’azione della magistratura, nel tempo più breve possibile, accerti le responsabilità – che riguardano ipotesi di reato con importanti implicazioni sulla salute pubblica e la cura del territorio come l’utilizzo di materiali altamente inquinanti per la realizzazione del V lotto del SR 429 – e manifestiamo grande attenzione e preoccupazione per gli effetti sociali che simili atti illeciti potranno causare in settori già duramente colpiti dalle negative ricadute economiche della pandemia in atto”.

“Consideriamo indispensabile contrastare in ogni modo la diffusione di reti criminali nella nostra regione che portano inevitabilmente con sé fenomeni di sfruttamento lavorativo, irregolarità negli appalti, caporalato”.

La Cgil è da sempre in prima linea, ha già portato all’attenzione proposte per contrastare i fenomeni di illegalità e di sfruttamento. Rafforzare le misure volte a ridurre i subappalti, verifica della congruità della manodopera, costituzione in ogni provincia di tavoli prefettizi sulla legalità insieme a tavolo regionale che veda protagonisti le forze sociali, le istituzioni e i soggetti di vigilanza.

Se si pensa alle ingenti risorse che scaturiranno dal recovery fund e ai vari incentivi già presenti, non si può non fare un collegamento con la malavita che cercherà di approfittarne. Servono dunque regole più dure per l’erogazione di fondi e risorse e serve, soprattutto, una volontà politica di rivedere le regole in tal senso, con un’assunzione di responsabilità complessiva, anche da parte delle imprese.

“La Cgil ritiene indispensabile continuare l’impegno in questa direzione per tutelare i lavoratori e i posti di lavoro, il territorio e le imprese sane e per questo annuncia fin da adesso che si costituirà parte civile anche in questo processo”.

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