L’economia sarda a più velocità: bene agroalimentare e lavorazione dei metalli. Malissimo l’export dei prodotti petroliferi. Lo rileva il Centro Studi della Cna

I numeri sono impressionanti e sembrerebbero significare una forte difficoltà dell’intera Sardegna in questo periodo di crisi sanitaria: l’export delle aziende dell’Isola, in base ai dati provvisori Istat, si è contratto del -41% contro il -9,8% medio nazionale, la performance peggiore registrata tra tutte le regioni italiane. Tanto per dire, la Sicilia, penultima regione italiana in questa classifica ha subito un calo pari a quasi alla metà di quello della Sardegna. Ma i numeri, come sempre, vanno letti nella loro interezza e lo ha fatto il Centro studi della Cna Sardegna, che ha evidenziato, in un report, che l’economia isolana tranne un settore, ha dimostrato invece una vivacità importante.
Infatti il pessimo risultato complessivo è da addebitarsi quasi esclusivamente al settore della lavorazione di prodotti petroliferi, mentre il resto del tessuto economico ha complessivamente resistito. Bene soprattutto il comparto della lavorazione dei metalli, in grado di crescere significativamente e guadagnare importanti quote di mercato. Trend positivo anche per le vendite agroalimentari nella seconda parte del 2020, alimentate dall’export di prodotti lattiero caseari, con il pecorino che ha registrato un vero e proprio boom di vendite nell’ultimo trimestre, grazie soprattutto alla crescita della domanda proveniente dagli Stati Uniti.
“Se la situazione sanitaria non dovesse precipitare, la congiuntura internazionale potrebbe riservare interessanti opportunità per l’export della Sardegna”. commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna. “In un contesto di ripresa dell’economia mondiale ci si attende una crescita importante dell’export petrolifero, mentre il trend positivo per i prodotti in metallo potrebbe proseguire. Inoltre, la fiducia nella ripresa economica negli Stati Uniti, il principale mercato di sbocco per le produzioni agroindustriali dell’Isola, e le aspettative di una normalizzazione in ambito di politiche tariffarie della nuova amministrazione Biden, potrebbero sostenere la crescita della domanda di prodotti sardi, non solo in ambito lattiero caseario. Inoltre, se i numeri dell’epidemia dovessero continuare a mantenersi sotto controllo, come nella fase attuale, i prodotti alimentari regionali potrebbero esse visti come più sicuri e le esportazioni trarne beneficio”.
Per questo, secondo i vertici della Cna Sardegna, “risulta fondamentale riuscire a cogliere le opportunità offerte da questa fase rafforzando l’immagine dell’Isola e dei suoi prodotti, con l’obiettivo di acquisire e aumentare quote di mercato nel settore agrifood, non solo per il tipico prodotto caseario, ma anche per il settore delle bevande (in primo luogo il vino, ma anche birra e bevande non alcoliche), dei prodotti da forno e del settore oleario”.

Exit mobile version