Sale la protesta e la mobilitazione: i braccianti italiani si sono sentiti esclusi dai provvedimenti di ristoro.

E i braccianti? Per la Fai Cisl nazionale sembrano essere gli eterni dimenticati dell’agricoltura. Il decreto ristori sembra non essersene ricordato. Eppure le difficoltà del comparto sono sotto gli occhi di tutti: lavoratori delle imprese colpite dalla cimice asiatica, o a quelli che hanno perso milioni di giornate di lavoro anche lo scorso anno a causa della xylella, o a quelli del comparto vitivinicolo che producevano per hotel, alberghi e ristoranti. Per non parlare di chi lavorava nel florovivaismo: “Per loro nessuna indennità, nessun ristoro” lamenta il Segretario Generale della Fai Cisl, Onofrio Rota. Che preannuncia una mobilitazione: “Niente per i braccianti mentre un ristoro è stato riconosciuto ad altri lavoratori stagionali. Ancora una volta, i nostri operai agricoli non sono stati considerati degni di una boccata d’ossigeno di neanche mille euro”.

Ma Rota incalza: “Le lavoratrici e i lavoratori agricoli hanno continuato a garantire il cibo sulle tavole degli italiani, eppure sono stati colpiti in maniera nefasta dalle conseguenze del Covid19 e di diverse calamità, soprattutto le donne”. L’occasione della protesta è stato l’intervento del Segretario Rota sul lavoro agroalimentare dal titolo “Appello al Governo sul malessere della nostra agricoltura”.
“Lo stesso Decreto Sostegni – spiega il sindacalista – non prevede alcuna indennità per i braccianti, riconosciuta invece ad altri lavoratori stagionali. Ancora una volta, i nostri operai agricoli non sono stati considerati degni di una boccata d’ossigeno di neanche mille euro. In questi giorni, poi, cominciano i raccolti di fragole e pesche, e già sentiamo parlare di mancanza di manodopera, perché molti stagionali hanno difficoltà e recarsi nei territori. Ma allora: come vogliamo rispondere? Rendendo ancora meno attrattivo il lavoro agricolo? Negando perfino un’indennità una tantum? Negando ancora il rinnovo dei contratti provinciali, che in molti territori continua a privare i lavoratori di reddito e tutele? Il paradosso, è che oramai ai nostri lavoratori agricoli converrà non lavorare. Perché una persona dovrebbe spaccarsi la schiena dalle 4 del mattino, sotto il sole o la pioggia, quando si possono prendere più euro con il reddito di cittadinanza?”.
“L’impressione – secondo il leader della Fai Cisl – è che questo Paese rischia di schiantarsi su una profonda crisi sociale se anche il nuovo governo di unità nazionale dimostrerà di vivere su un altro pianeta, pensando a poltrone e condoni e mimando un dialogo sociale che su molti aspetti ancora non c’è”. Rota ricorda dunque la mobilitazione unitaria della categoria, che partirà con un presidio il 31 marzo a Roma e manifestazioni il 10 aprile davanti alle prefetture di tutta Italia.~“Vorremmo volentieri evitare, in un momento difficile come quello che tutti stiamo vivendo, che il Governo sottovaluti il malessere crescente tra chi si sente dimenticato”.

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