Umbria: gli affitti “tengono” a Perugia ed anche nelle altre città della Regione. Il mercato delle locazioni viene definito “vivace”

La Borsa Immobiliare della Camera di Commercio dell’Umbria questa volta si interessa degli affitti e con il decimo report accende un faro su le realtà più grandi, come Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello. E’ stato Mauro Cavadenti Gasperetti, componente del Comitato di Vigilanza della Borsa Immobiliare della Camera di Commercio dell’Umbria, a sviluppare lo studio, che ora sarà il riferimento per i prossimi mesi nel mercato delle locazioni, ormai caratterizzato da Contratti a canone concordato; tale soluzione che mette d’accordo sia i proprietari che gli inquilini, grazie ad una soddisfazione reciproca: questo tipo di rapporto “concordato”, a differenza di quello “libero”, prevede il valore della locazione fisso e calmierato.
A stabilire le quote minime e massime sono le rappresentanze dei sindacati delle associazioni dei proprietari e degli inquilini, che valutano una serie di fattori come la zona in cui si trova l’abitazione, le condizioni dello stabile, la presenza o meno di ascensore e portineria.

Questa valutazione avviene tramite la compilazione di un questionario da parte del proprietario dove viene inserito il calcolo della superficie dell’alloggio e delle pertinenze; in questa fase è fondamentale l’intervento dell’agente immobiliare che fornisce supporto sia ai proprietari che alle associazioni: si tratta di accordi locali per cui il prezzo al metro quadro può variare da Comune a Comune.
Tutte le tipologie di abitazione possono essere oggetto del contratto agevolato: può essere una stanza o un’intera abitazione privata. La durata è stabilita dalla legge e prevede diverse opzioni: si va da un minimo di 30 giorni per i contratti transitori (con durata massima di 18 mesi) a 6-36 mesi per gli affitti a studenti universitari, a 3 anni ( durata minima ) + 2 di rinnovo automatico. Le condizioni che regolano il rapporto fra le parti sono stabilite sempre nella convenzione stipulata con i Comuni. Il contratto deve essere registrato entra 30 giorni presso l’Agenzia delle Entrate proprio come una “normale” locazione.
V’è da dire che dal punto di vista dell’inquilino il vantaggio è evidente, tanto più se consideriamo che, per le fasce di reddito deboli, ci sono anche delle agevolazioni fiscali.
Ma per il proprietario? Se ne elencano alcuni: riduzione considerevole di Imu e Tasi, cedolare secca al 10%, da poco confermata per tutto il 2021, riduzione della base imponibile per Irpef e imposta di registro.
Il calo degli affitti brevi, a causa della pandemia, ha trasformato le locazioni in contratti transitori sempre a canone concordato per non vincolare l’immobile a lungo e riaverlo a disposizione per tornare agilmente allo short rent in caso di un’inversione del trend.
L’analisi del mercato immobiliare è condizionata inevitabilmente dal momento storico particolare che stiamo vivendo e dalle nuove esigenze dettate da un pubblico che interpreta l’acquisto della casa, o il suo affitto, in maniera completamente differente rispetto al passato.
In tutto ciò i canoni d’affitto sono cresciuti gradualmente negli ultimi 5 anni, complice il successo del contratto a canone concordato e cedolare secca al 10%, molto apprezzato dai proprietari immobiliari.
Va ricordato che la Borsa Immobiliare dell’Umbria, all’interno del listino immobiliare, rileva trimestralmente i valori di locazione degli immobili.

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