Agromafie: in Puglia la Giornata della memoria e dell’impegno

Da 25 anni, il 21 marzo è la Giornata della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. In questo 2021, studenti e famiglie si sono riuniti a San Marco in Lamis, ricordando anche gli oltre 200 mila pugliesi che, nell’anno della pandemia, sono stati costretti a chiedere aiuto per poter mangiare a causa della crisi economica. Un numero che è praticamente il doppio rispetto a dodici mesi fa. La criminalità, proprio nei momenti di crisi, trova terreno fertile per infiltrarsi.

Alla manifestazione organizzata dall’associazione Libera di San Marco in Lamis ha partecipato pure Coldiretti Foggia, commemorando due imprenditori agricoli soci, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, uccisi in un agguato mafioso ad agosto nel 2017. Erano al lavoro in campagna e si trovarono nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Coldiretti Puglia sottolinea: “La malavita tenta di approfittare della situazione di difficoltà in cui si trova una fetta crescente di persone, costrette a far ricorso alle mense dei poveri e, molto più frequentemente, ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti e artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie, che sono state fermate dalle limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per covid. Persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche”.

Su questo terreno s’innestano gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore del cibo, dove infiltrarsi capillarmente, condizionando la vita quotidiana delle persone. Sono tanti i comparti su cui mettono le mani le mafie: dai campi agli scaffali, dai tavoli dei ristoranti fino ai banchi dei bar e delle pasticcerie. Viene soffocata l’imprenditoria onesta, si compromette irrimediabilmente la qualità e la sicurezza dei prodotti, si mina in profondità l’immagine dei prodotti nostrani e il valore del marchio Made in Italy.

Secondo i dati dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura di Coldiretti, il grado di penetrazione criminale arriva al 67,4 a Foggia, al 51,6 a Brindisi, a Barletta-Andria-Trani al 40,9, a Bari al 40,9, a Taranto al 39,4 e a Lecce al 37,4. Le agromafie crescono, appropriandosi di mercati e supermercati, trasporti e ristoranti, agricoltura e allevamento, carne e frutta, caffè e corse dei cavalli, utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati all’agricoltura come il Psr.

Gli ottimi risultati ottenuti con l’attività di contrasto confermano che è necessario tenere alta la guardia, riformare i reati in materia agroalimentare perché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari, che vanno quindi perseguite con un sistema punitivo migliore, approvando le proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie.

La Puglia è una regione a forte vocazione agricola e per questo il business delle agromafie è divenuto appetibile.

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