Modello ex D.lgs 231/2001: parola all’esperto, l’Avvocato Raffaele Ascione

I fatti di cronaca ci narrano, con sempre maggior frequenza, di numerosi incidenti sul lavoro dai quali scaturiscono inevitabili procedimenti penali a carico dei datori di lavoro e, puranche, delle società ritenute responsabili ai sensi del D.lgs 231/2001.

In ordine a tale ultimo aspetto, dunque, risulta assolutamente necessario soffermarsi sulla importanza e, addirittura, indispensabilità di un modello organizzativo efficiente che possa scriminare la responsabilità dell’ente al ricorrere di specifici presupposti  previsti ex lege.

Per tale motivo, ci siamo avvalsi del contributo dell’Avv. Raffaele Ascione, penalista del Foro di Roma, esperto in materia di responsabilità ex D.lgs 231/2001 nonché Presidente e membro di alcuni Organismi di Vigilanza su tutto il territorio nazionale.

“Il modello organizzativo di un ente non può ridursi ad un mero manuale astratto che non fotografi, con la massima precisione e dovizia di particolari, l’esatto funzionamento aziendale ovvero le singole aree di rischio nelle quali potrebbe annidarsi il concreto pericolo di commissione di uno dei reati previsti dal decreto”.

Sono queste le premesse con le quali l’Avv. Ascione intende sottolineare l’esigenza di un modello organizzativo che sia davvero efficiente e che possa, realmente, consentire all’azienda di rimanere immune da eventuali responsabilità.

Il legale, inoltre, rappresenta come, secondo un ormai consolidato orientamento giurisprudenziale, l’Autorità Giudiziaria – al fine di accertare  l’effettiva responsabilità dell’Ente – deve procedere secondo la seguente “scansione logica e cronologica”:  prima, accertare l’esistenza o meno di un modello organizzativo e di gestione, poi, ove il modello esista, verificare che lo stesso sia conforme alle norme; infine, accertare che esso sia stato efficacemente attuato nell’ottica prevenzionale, prima della commissione del fatto.

E dunque, come può garantirsi un efficace controllo preventivo in ordine all’attuazione del modello?

L’Avv. Ascione chiarisce come “l’Organo di Vigilanza assume in detta fase un ruolo chiave. Molto spesso mi trovo, in qualità di presidente dell’OdV, a dover sollecitare l’ente ad un più corretto ed esaustivo scambio di informazioni. Solo attraverso un continuo e dettagliato flusso di informazioni e dati tra l’ente e l’OdV quest’ultimo sarà posto nelle condizioni di monitorare concretamente il modus operandi dell’azienda e, conseguentemente, agire preventivamente nel caso in cui rilevasse delle anomalie e/o dei rischi di commissione di reati”.

Ulteriore aspetto da non sottovalutare secondo il legale è la formazione dei destinatari del modello:“Solo dei soggetti efficacemente istruiti e formati in ordine ai singoli aspetti del modello organizzativo possono consentire un reale funzionamento dello stesso. Per questo motivo occorre non solo sottoporre i destinatari del modello a ciclici momenti di formazione ma, soprattutto, a verifiche periodiche in ordine alla corretta applicazione del modello stesso”.

In altre parole, occorre affidarsi a professionisti, come l’Avv. Ascione, specializzati nel settore, che possano davvero “cucire su misura” un modello organizzativo realmente efficace per l’azienda.

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