Lazzàro (Confagricoltura Puglia): “Xylella non arginabile”

“Il nostro settore è in affanno, ma meno che altri comparti come il commercio. Il settore olivicolo è particolarmente in difficoltà”. Luca Lazzàro, numero uno di Confagricoltura Puglia, non è uno che si piange addosso, ma le criticità nella regione sono parecchie.

“Prendiamo il Piano di sviluppo rurale. Il nostro parere è lo stesso negli anni: non è adeguato alle prospettive di sviluppo. E i fatti ora ci hanno dato ragione. Gli strumenti a disposizione del Piano non sono efficaci per supportare lo sviluppo della Puglia. E’ stato scritto male e applicato anche peggio. Negli ultimi mesi c’è stata una certa accelerazione nei passaggi che ci fa ben sperare. Ma la Puglia sconta tanti ritardi. Anche se adesso sta andando un po’ meglio, c’è il problema della struttura amministrativa, assolutamente carente. All’assessore, e anche durante la campagna elettorale, abbiamo chiesto un rafforzamento di questa struttura. Siamo la principale regione agricola italiana e dobbiamo avere una struttura adeguata”.

La Puglia è flagellata da danni Dalla Xylella, malattia degli ulivi: “Non c’è argine in questo momento. Abbiamo segnalato all’assessore Pentassuglia che è necessario dare un cambio di rotta sulla gestione dell’emergenza. L’Arif, l’Agenzia regionale per il monitoraggio della Xylella, deve avere un approccio diverso, più partecipativo. Io sono un olivicoltore e rappresento 55 mila imprese. Ma se vado in giro e trovo un albero infetto, per cui vale la pena fare un’analisi, non ho un numero di telefono a cui segnalarlo. Oggi un agricoltore non è in grado di farlo presente, non esiste un’app, non c’è la possibilità di geolocalizzarlo. Coinvolgendo tutti quanti, invece, abbatteremmo i costi del monitoraggio. Io passi avanti concreti, invece, non ne sto vedendo. C’è stato qualcosa sul piano della rigenerazione olivicola, ma 300 milioni sono nulla rispetto al danno che, un anno fa, era quantificabile in un miliardo e 300 milioni e, nel frattempo, la situazione è peggiorata. Basti pensare che oggi è infettato anche il 50 per cento del Tarantino, oltre a Lecce, Brindisi e a qualche comune del Barese”.

Lazzàro ci spiega anche cos’è questo problema delle ‘cartelle pazze’: “E’ un’altra partita gigantesca, noi pugliesi non ci facciamo mancare niente. I Consorzi di bonifica, da Bari, in giù, sono tutti commissariati, ma non fanno le bonifiche, giusto qualche intervento per giustificare l’emissione del tributo. Noi abbiamo impugnato queste cartelle, che continuano ad arrivare nonostante ci sia, a nostro favore, anche una sentenza della Corte Costituzionale. In due parole: non c’è un reale beneficio del terreno, dunque non ci dovrebbe essere neanche il tributo. I nostri legali sono a disposizione degli agricoltori che vogliono impugnare queste cartelle. Noi chiediamo alla Regione di intervenire. Tra l’altro, arrivano pure cartelle di tributi giù impugnati negli anni precedenti e già sospesi”.

Le buone notizie, per la Puglia, sono date dall’ottima qualità di olio e vino: “Per il primo, è una stagione veramente buona. Purtroppo, c’è stato un calo importante nella quantità, circa il 30 per cento rispetto allo scorso anno. I prezzi sono molto bassi, per niente remunerativi. Rispetto ai costi di gestione di un uliveto in Puglia, i prezzi delle olive sono veramente bassi, sotto i costi di produzione. Gli olivicoltori fanno miracoli a portare avanti il settore che dovrebbe essere un’eccellenza. Noi abbiamo denunciato più volte una pratica scorretta da parte della Gdo: i prezzi fuori da ogni logica rispetto a un prodotto che dovrebbe essere di qualità”. Lazzàro parla addirittura di “qualità eccezionale per il vino. Anche rispetto all’anno scorso. È frutto delle condizioni climatiche, ma anche della capacità dei nostri imprenditori di produrre un buonissimo prodotto. Per quantità c’è stato un leggero decremento (8 per cento). Naturalmente, la chiusura del canale Horeca ha prodotto delle contrazioni sulla commercializzazione del prodotto. Abbiamo le cantine piene. Il lockdown ha significato un 40 per cento in meno di fatturato per le aziende del settore vitivinicolo”.

La Puglia è una regione predisposta all’esportazione agroalimentare: “Frutta 1,7 miliardi di euro, è fondamentale per noi. L’uva da tavola è una grandissima eccellenza, ma anche olio, pasta e vino. La Germania è uno dei dei nostri primi interlocutori per l’uva da tavola, poi abbiamo la Gran Bretagna e i nostri imprenditori sono spaventati dalla Brexit. Noi siamo naturalmente vocati all’esportazione, gli obiettivi sono i ricchi mercati, oltre a quello tedesco e a quello inglese, anche quello statunitense (per il vino), l’Asia e la Russia”.

Exit mobile version