Marini (First Cisl Umbria): “Banche potrebbero razionare il credito”

La pandemia ha investito davvero tutti i settori, anche quello bancario. La conferma arriva da Francesco Marini, segretario generale della First Cisl Umbria, il sindacato dei lavoratori appartenenti alla categoria bancari, assicurativi, riscossione tributi. La First Umbria è il sindacato di categoria più rappresentativo in Umbria.

“Le conseguenze dell’epidemia sono negative. Come riportato in una attenta relazione della Consob, la pandemia ha portato a una contrazione del rapporto domanda-offerta, determinato dalle restrizioni e dal clima di incertezza che si è generato in tutto il globo. Condizione questa che si traduce in una forte riduzione dei consumi e degli investimenti, determinando una crisi economica che, di conseguenza, si riverbera anche sul panorama finanziario. Il significativo deterioramento dei crediti dovuto all’aumento delle insolvenze (causate dalla crisi), potrebbe pertanto indurre le banche a razionare il credito per imprese e famiglie. Pertanto sono necessarie rapide misure per rilancio dell’economia attraverso investimenti e progetti innovativi. In questo, i sindacati e le parti sociali possono e devono offrire il loro contributo di idee al Paese. Il tutto aggravato dal fatto che la nostra regione, anche prima della pandemia in corso, era tra le regioni più fragili e problematiche del panorama socio economico del nostro Paese”.

Si legge di continui accorpamenti bancari: “Le fusioni bancarie, sempre più frequenti, diventano spesso l’occasione per taglio e riduzione del personale. Una condizione che si somma all’evoluzione tecnologica e ai nuovi sistemi operativi bancari. Soluzioni che, come sindacato, riteniamo vadano ponderate e gestite con cognizione di causa, non solo a tutela dell’occupazione, ma anche a difesa di un settore le cui professionalità non si possono considerare “intercambiabili”. La qualità dei servizi del mondo del credito, la sua credibilità e la sua forza, dipendono ancora oggi, soprattutto, dai lavoratori che in esso operano, nella stragrande maggioranza con impegno, competenza e serietà. Gli accorpamenti, i tagli lineari, le chiusure, lo smembramento della rete sul territorio, possono rappresentare un risparmio immediato per le aziende, ma alla lunga, pesano sul cliente e quindi anche sulla funzione socio-economica che le banche dovrebbero garantire”.

“Anche in questo caso, l’Umbria è stata negli anni scorsi oggetto di fusioni e accorpamenti, che hanno di fatto eliminato quasi completamente gli Istituti locali / territoriali, eccezion fatta, per ora della Cassa di Risparmio di Orvieto, di proprietà del Gruppo Banca popolare di Bari. Mi corre l’obbligo di sottolineare che i vari governi regionali succedutisi nel tempo non hanno fatto altro che rimarcare questa situazione a fusioni avvenute, senza però colpevolmente intervenire a suo tempo”.

Dipendenti bancari, famiglie in difficoltà. Marini dice: “Sicuramente il mondo dei dipendenti bancari ha conoscenza delle gravissime difficoltà che anche larghi strati della popolazione umbra sopportano in questo momento. Quali le conseguenze più gravi oggi per le famiglie umbre? Il mondo dei dipendenti bancari rappresenta, a sua volta, una parte di quello delle famiglie umbre e vive in prima persona le difficoltà odierne. È per questo che il rapporto con le banche deve continuare ad essere filtrato dalla componente umana di chi vi lavora. Il rischio che nei prossimi mesi chiudano migliaia di piccole medie imprese, negozi, artigiani, società di servizi, potrebbe determinare ricadute sul piano sociale di grande impatto e di complessa gestione. Da mesi ormai, in molte realtà, si lavora in un clima di tensione e precarietà che, chi opera in rete, deve gestire con grande senso di responsabilità e resilienza, operando in equilibrio tra la capacità di comprendere le difficoltà di chi si ha davanti ed il rispetto di regole e norme vigenti. Ci aspettano mesi molto difficili, in cui sarà fondamentale costruire un clima di collaborazione e mutua solidarietà fra tutte le categorie”.

Come sono i rapporti con le altre organizzazioni sindacali del settore bancario: “La First Cisl rivendica da sempre la propria autonomia. Questo atteggiamento non ci ha mai impedito di costruire interlocuzioni proficue e collaborative con le altre sigle (come avviene in tutti i settori), nel merito delle singole battaglie e nell’interesse dei lavoratori. L’unità sindacale, tuttavia, deve essere un mezzo e non un fine. Non ci interessa un quadro unitario politico di facciata, se non sostanziato da una visione comune dei problemi e non temiamo, come accaduto in alcune occasioni, posizioni che ci vedano distinti e distanti dai nostri omologhi. Noi siamo consapevoli dei nostri limiti, ma anche della nostra forza, che mettiamo a disposizione di coloro che abbiano l’onore e l’onere di rappresentare, senza troppi calcoli ed equilibrismi”.

Impossibile non affrontare il problema dell’usura: “Purtroppo è ancora attuale e presente anche nella nostra realtà regionale, come confermato dagli indici di permeabilità. Io ho l’onore di essere membro della Fondazione Antiusura regionale, ruolo che provo ad esercitare con grande senso di responsabilità, conoscendo le implicazioni che tale pratica ha su tanti cittadini. Come spiegato bene dal presidente della Fondazione, Fausto Cardella, già procuratore generale, in una recente iniziativa, oggi l’usuraio si nasconde dietro un abito blu e una posizione rispettabile, quindi più difficile da riconoscere. L’implicazione del mondo dell’usura con quello della malavita organizzata, rende il fenomeno ancora più complesso da combattere”.

“Sottolineo la mission della Fondazione, che è quella prevenire ed impedire che i vari strati sociali possano avere contatti con usurai e malavita organizzata, specialmente in questo momento di una gravita molto importante. La situazione ultimamente, è molto peggiorata, arrivano moltissime richieste di aiuto, da famiglie e attività messe in ginocchio ulteriormente dalla pandemia. La Fondazione cerca il più possibile di alleviare e in molti casi risolvere questa delicatissime situazioni facendo convenzioni con Istituti bancari, in modo tale da poter permettere ai malcapitati di accedere a fidi contro garantiti dalla fondazione”.

“In questo momento, in cui, gli effetti della pandemia e della crisi economica potrebbero creare le condizioni per importare soggetti che praticano l’usura, serve un grande lavoro di sensibilizzazione, di controllo e soprattutto, una forte presenza delle istituzioni. Rispetto a questo obiettivo, le forze sindacali possono svolgere un ruolo importante, tornando ad essere soggetti di aggregazione e coesione sociale”.

Exit mobile version