Oggi il covid, domani un altro virus o anche solo un’allergia. L’emergenza sanitaria ci ha fatto prendere consapevolezza dell’importanza della sanificazione. Di ambienti, superfici ma anche e soprattutto di abiti, da quelli che indossiamo tutti i giorni fino all’abbigliamento tecnico e da lavoro, borse e scarpe compresi, e tutti i cosiddetti Dpi: tute, camici, sandali, berretti, scarpe che ogni giorno mettono a rischio contaminazione il personale sanitario, ma anche i lavoratori del mondo dell’industria, dell’artigianato e del commercio, dal settore alimentare a quello alberghiero. Il cambio di mentalità è in corso e il lavaggio con la sanificazione all’ozono si sta confermando una buona prassi da seguire, come spiega Gerardo Delli Bovi, titolare di Dbg Service di Sedriano, alle porte di Milano, che da anni ha introdotto l’ozono nei suoi sistemi di lavaggio.
«La sanificazione all’ozono non elimina solo virus e batteri ma anche allergeni e sono anni che l’abbiamo introdotta nei nostri processi di lavaggio – spiega Delli Bovi -. Di fatto è l’unico sistema battericida e virucida che permette la sicurezza microbiologica di capi di abbigliamento, comprese borse e scarpe, ma anche materassi, tappeti, piumoni. L’emergenza sanitaria in corso ha accelerato questo processo e oggi c’è più consapevolezza a riguardo, soprattutto negli ambienti di lavoro, dove la distanza di sicurezza non basta e la sanificazione gioca un ruolo chiave. Questo fa capire quanto l’attività delle lavanderie professionali e delle pulitintolavanderie possa assumere un ruolo strategico in questo periodo storico: del resto siamo una categoria che non ha mai smesso di operare, anche in piena emergenza sanitaria».
Ma è sufficiente lavare un indumento per avere la certezza che sia sanificato? «Occorre rispettare determinati parametri, utilizzare macchinari e prodotti ad hoc – conferma Delli Bovi -. Si lava, si sanifica ma il capo può contaminarsi subito dopo e per questo è fondamentale controllare tutta la filiera». Se lavare non basta, per sanificare abiti e indumenti da lavoro a regola d’arte il processo deve essere integrato e ovviamente sotto controllo, meglio ancora se certificato. «Per avere la certezza bisogna affidarsi ad aziende dotate di certificazioni in materia che garantiscono tutto l’iter della sanificazione – ricorda Delli Bovi -. Il processo deve infatti essere controllato e consiste nel seguire tutti gli step successivi al lavaggio: dal confezionamento allo stoccaggio, dal trasporto alla consegna all’utente finale.
Abiti ma anche accessori, soprattutto calzature: Delli Bovi è stato uno dei primi imprenditori nel settore del cleaning a utilizzare un sistema di lavaggio ad hoc per borse e scarpe, con tanto di brevetto. «Ci siamo specializzati in questo ambito quando ancora non c’era l’emergenza sanitaria – conclude Delli Bovi -. Tramite questo processo certificato, infatti, possiamo garantire la sanificazione di abiti da lavoro ma anche scarpe, stivali, sandali e calzature in genere. Per offrire alle aziende e privati un servizio di lavaggio e sanificazione alle condizioni straordinarie imposte in questo momento storico è però importante accertarsi che chi offre questi servizi dia la garanzia dell’efficacia della sanificazione».
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