Vino: ottima vendemmia 2020

Vigneti a Barbaresco in Piemonte in una foto d'archivio senza data, 22 Giugno 2014. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Un’ottima vendemmia: il parere è unanime. La campagna 2020 è stata riassunta da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini. La produzione totale di vino e mosto è stata di 46,6 milioni di ettolitri, -2 per cento rispetto ai 47,5 milioni dell’anno scorso. Si è registrato un lieve ribasso (-1 per cento) anche rispetto alle stime di settembre (47,2 milioni), dovuto alle minori rese in campo e in cantina. È salita però la qualità e bisogna ringraziare il meteo.

Il calo maggiore si è avuto in Toscana (-21 per cento), scendendo poi in Sicilia (-20 per cento) e comprendendo Umbria (-10 per cento) e Lazio (-10 per cento). Il progresso più significativo, invece in Sardegna (+20 per cento). Stabile il Veneto (+1 per cento), che mantiene il primato nazionale con 11 milioni di quintali di vino prodotti. Al secondo posto c’è la Puglia (-8 per cento), quindi l’Emilia Romagna (+10 per cento). In crescita anche Abruzzo (+6 per cento), Trentino Alto Adige (+5 per cento), Lombardia (+10 per cento) e Marche (+5 per cento). Giù del 9 per cento il Friuli Venezia Giulia.

Così il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella: “La vendemmia 2020 ci ha regalato uve di altissima qualità grazie anche a un leggero decremento della quantità. D’altronde, come è noto, da sempre riteniamo che l’unico elemento che possa dar valore al vino italiano, oltre alla nostra immensa biodiversità, sia la qualità intrinseca dei nostri vini. Il record mondiale della quantità prodotta non è ritenuto da noi elemento qualificante sia per la forma che per la sostanza. Data anche la situazione pandemica sono certo che l’ottima qualità saprà essere il valore aggiunto di una vendemmia che, per gli aspetti legati proprio all’emergenza sanitaria, è stata vissuta anche con quel senso di preoccupazione che ormai ci attanaglia da mesi. Un senso di preoccupazione che non deve però intaccare il sentimento di speranza e la voglia di superare questo drammatico momento. Da presidente di Assoenologi, ma anche da uomo e imprenditore del settore, mi sento di rinnovare, oggi più che mai, l’appello a tutta la filiera del nostro comparto, a moltiplicare gli sforzi e far sì che questa vendemmia possa essere tradotta in grandi vini”.

Raffaele Borriello, direttore generale di Ismea, aggiunge: “Le cantine italiane stanno affrontando le difficoltà derivanti dalla pandemia con grande dinamismo e spirito di adattamento. Sono sempre di più le imprese che hanno operato un processo di diversificazione dei canali distributivi, riuscendo a collocare i prodotti anche nel momento di blocco totale del canale Horeca. In questa difficile congiuntura è stata soprattutto la Gdo a mitigare le perdite del comparto sul mercato italiano, in virtù del buon andamento degli acquisti durante i primi 9 mesi del 2020 (+7% in valore con punte dell’11% per il segmento della spumantistica). Ma l’emergenza sanitaria, come rivela un’indagine Ismea in corso di realizzazione, ha impresso anche una forte accelerazione nella digitalizzazione del settore vinicolo, tramite un più diffuso ricorso all’e-commerce e a nuove modalità di vendita e interazione con il cliente finale. Anche sul fronte dell’export, nonostante il tonfo registrato a maggio, la riduzione dei flussi in valore si è limitata nei primi 7 mesi dell’anno a un meno 3,2%, registrando addirittura un piccolo spunto di crescita nel mese di luglio (+1,1%)”.

Chiude il presidente di Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona: “La natura è riuscita a esprimere in un anno di estrema difficoltà una vendemmia ovunque molto equilibrata e, in molte aree, certamente, da ricordare. L’ottima qualità, unita alla giusta quantità, saranno di aiuto per le aziende in questa particolare congiuntura economica. I volumi, sensibilmente più bassi (-2%) della media dell’ultimo quinquennio, consentiranno di contenere le tensioni del mercato interno determinate dalle rinnovate restrizioni imposte dalle ultime misure governative e, sul fronte internazionale, dalla dilagante emergenza sanitaria globale. Il contesto è senz’altro difficile, ma c’è la consapevolezza che, appena ci saranno le condizioni, il settore sarà in grado di ripartire come ha sempre fatto negli ultimi anni. Al governo chiediamo cautela e attenzione nel gestire le misure di emergenza sanitaria. In questa fase servono ascolto e condivisione, equità nei trattamenti e tempi certi per i ristori economici annunciati dal Governo. Inoltre, ci auguriamo che si avvii rapidamente una fase di progettazione dei piani promozione istituzionale del made in Italy agroalimentare e del vino per la prossima annualità, al fine di rilanciare l’immagine del nostro settore nei principali mercati internazionali”.

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