Uga (Anesv): “I Sindaci hanno condannato i luna park”

“Chi ci ha condannato? I Sindaci che, anche quando la curva epidemiologica l’avrebbe permesso, si sono vestiti da protettori delle loro comunità impedendoci di lavorare”. Ferdinando Uga, presidente di Anesv (l’associazione che rappresenta i luna park e i parchi divertimenti, permanenti e itineranti), non le manda a dire. È arrabbiato con l’Anci: “A cui abbiamo scritto quintali di lettere senza mai ottenere una risposta”. Con quei primi cittadini che hanno indossato la veste da sceriffi dicendo no ai luna park nelle loro città.

“Dopo il primo lockdown abbiamo perso il 10 per cento dei luna park, dopo questo secondo credo che arriveremo a una perdita del 30 – 40 per cento del patrimonio di cultura di strada che rappresentano le giostre”. Su circa 5 mila aziende rappresentate, il fatturato andato in fumo è di diverse centinaia di migliaia di euro. “Noi non lavoriamo da fine febbraio, praticamente, ma le spese le abbiamo dovute sostenere lo stesso, tipo la tassa per il suolo pubblico. Non siamo mai stati esentati da questo pagamento. Il legislatore si è dimenticato di noi”.

Gli aiuti arrivati sono stati irrisori: “Una miseria. Franceschini ha elargito 5 milioni di euro che, divisi per 5.500 aziende, fanno 900 euro a testa. E poi ci sono stati i 600 euro per le partite Iva. Tutto qua”. Costretti a stare fermi, come detto, eppure “noi abbiamo le linee guida che non ha nessuno e le rispettiamo alla grande, dalla sanificazione al distanziamento sociale. Abbiamo speso migliaia di euro per adeguare e attrezzare i complessi. Siamo arrivati persino a chiedere le prenotazioni per evitare assembramenti”. Ma non c’è stato niente da fare: “I parchi permanenti hanno avuto un calo che si aggira sul 55 – 60 per cento del fatturato rispetto al 2019”. Uga racconta: “Pensate quanto siamo sicuri. Per poter aprire, abbiamo pure la visita della Commissione provinciale di vigilanza. Anche con queste garanzie, non solo di carattere sanitario, non siamo stati ascoltati”. E ora “c’è il nuovo lockdown. Anche se è solo fino al 24 novembre, a quel punto non ci sarà più tempo per organizzare i parchi divertimenti per Natale. Addio ai villaggi di Babbo Natale, e non solo”.

C’è una piccola speranza per le giostrine con i cavalli, i piccoli parchi per bambini e le piste di pattinaggio: “Abbiamo scritto alla ministra per chiedere se la normativa include anche questi. Non dimentichiamo che spesso le giostrine illuminano zone di parchi che, altrimenti, diventano luoghi per lo spaccio di droga. Facciamo anche questa attività sociale. Noi regaliamo emozioni e sorrisi, siamo il contraltare della realtà frenetica di tutti i giorni”.

L’Anesv “è costantemente vicina alle persone più deboli, facciamo molta attività sociale. E quando le cose non vanno, ci facciamo forza uno con l’altro, come è successo durante il primo lockdown con le famiglie più agiate che aiutavano quelle meno agiate”. Le aspettative: “Speriamo che questa volta il Governo sia meno cieco nei confronti di questo mondo che ha una storia e che ricopre un ruolo importante nella vita delle persone”.

Spiega, il pres: “Adesso, con il nuovo lockdown, siamo meno arrabbiai perché ci guardiamo intorno e vediamo che la situazione è grave. Anche perché noi gestiamo in prima persona le nostre attività e quindi siamo i primi a stare attenti alle nostra salute e a quella dei nostri figli. Con i Sindaci, invece, eravamo molto arrabbiati perché in estate e per una parte dell’autunno hanno continuato a dire no in maniera ingiustificata e arbitraria. Adesso sappiamo che gli ospedali si stanno riempiendo e il buon senso ci dice di fermarci”.

È un fiume in piena, ormai, Uga: “Siamo stati umiliati dai Sindaci italiani, lo scriva che a dirlo è il presidente dell’associazione più importante della categoria. In fondo il Governo ci aveva fatto ripartire, le Regioni anche. Sono stati i Sindaci che ormai dialogano direttamente sui social con i cittadini, che qui esprimono il loro malessere e che evidentemente si sono lamentati per i disagi causati dalla presenza dei luna park. Sono stati i primi cittadini a eliminare il contrappeso alle preoccupazioni che, durante il lockdown, sono cresciute. Hanno fatto le barricate contro giovani e ragazzi che avevano voglia di divertirsi. Quale occasione migliore ci sarebbe stata di toglierli da giardini e parchi non controllati convogliandoli da noi che, invece, siamo super controllati”.

L’obiettivo è dunque Di Caro, presidente dell’Anci: “Non ha risposto alle nostre lettere. Togliere una forma di sano divertimento alle famiglie è stata scelta discutibile nei mesi precedenti a ora. Noi comunque non andremo in piazza a protestare, ma denunciamo con molta energia i mesi alle spalle che sono un danno irrecuperabile e che è stato causato dai Sindaci delle nostre città”.

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