Rossi (Confagricoltura Umbria): “Qualche sofferenza c’è stata, ma siamo ripartiti”

L’agricoltura umbra è piuttosto in salute, nonostante l’emergenza sanitaria. A certificarlo è Fabio Rossi, presidente di Confagricoltura Umbria. Che dice: “Alcuni settori hanno subito relativamente, per esempio tabacchi e ortaggi per la gestione del personale, laddove abbiamo dovuto procurarci materiale e protocolli in un periodo in cui non si trovava nulla come maggio. Dal punto di vista economico, l’impatto più pesante c’è stato per il vino e per l’agriturismo. Le cantine erano organizzate e invece, in poco tempo, hanno visto bloccarsi prima l’Italia e poi anche l’estero. Ora la situazione si sta risbloccando da noi, ma abbiamo soci e agricoltori che esportano negli Stati Uniti e che si ritrovano adesso con il Paese di nuovo bloccato”.

Ha sofferto un po’ meno il settore dell’olio, con alcune problematiche però piuttosto serie: “La gente al supermercato preferiva comprare l’olio da tre euro invece di quello umbro. Magari la donna mandava il marito che per fare in fretta o perché gli piaceva di più, prendeva un olio o anche un vino che non erano quelli umbri. Non sceglieva, lo faceva in maniera più grossolana. Questa situazione ha creato un po’ di sofferenza”. L’agriturismo, come detto, è stato uno dei comparti più colpiti dal covid, soprattutto nel periodo di lockdown: “Da agosto c’è stato un gran recupero, anzi il mese è stato pure oltre le aspettative rispetto agli altri anni. Ha prevalso la voglia e la necessità di distanziamento sociale, di stare tranquilli senza troppe attenzioni, magari in appartamenti isolati. Questa tendenza è andata un po’ a discapito degli alberghi. Le vacanze in campagna hanno avuto un ottimo riscontro in una parte di luglio, ad agosto e pure a settembre, fino all’apertura delle scuole”.

La zootecnia ha subito alcuni cambiamenti: “La gente ha scelto il pollame invece della carne di vitello o di maiale. C’è stato uno squilibrio. I prezzi sono scesi. Però il covid qui non è stato tanto impattante. La chiusura dell’Horeca ha ridotto lo spreco alimentare e ha causato minori consumi in assoluto”.

Sull’agricoltura pesa, e molto, anche il fattore meteo: “C’è stata pioggia abbondante a giugno, in estate alcuni fenomeni violenti come le bombe d’acqua, la grandine ha impattato sul tabacco. Ora invece l’autunno con la pioggia sta influendo sulla coda della vendemmia. Non ci dovrebbero essere problemi per le olive, perché si parte adesso. Oltre al tabacco, il clima ha creato problemi sul mais”. Infine c’è un’altra risorsa molto importante per l’Umbria: “Il tartufo, a cui la Regione è molto sensibile. Noi aspettiamo che si possa aprire un capitolo e un bando nei prossimi due anni”.

La Regione Umbria spinge anche per nuove filiere. E una è quella della nocciola: “Sta prendendo sempre di più piede, sono stati piantati diverse centinaia di ettari. La Regione poi ha progettato nuovi investimenti sulla filiera dell’olio e noi abbiamo chiesto nuovi impianti che possano però supportare quelli che ci sono già. La nostra proposta è anche di autorizzare l’impianto di varietà tradizionali umbre”. Rossi ce l’ha con chi parla senza conoscere: “Tutti si riempiono la bocca con l’agricoltura senza saperne davvero. Parlano di monocoltura, quando il quantitativo di nocciole è irrisorio, neanche l’1 per cento a livello regionale. Parlare di monocoltura è una stupidaggine clamorosa. Altra sciocchezza è voler proteggere incondizionatamente un territorio, volerlo lasciare incontaminato quando anche l’Europa chiede di gestirlo. Parlo in particolare dei boschi, vanno gestiti e manutenuti. Altrimenti poi ci ritroviamo con i fiumi d’acqua che scendono a valle corrodendo il terreno. La non gestione del bosco e delle sue risorse porta a questi risultati”. Altro discorso, a parte, merita la biomassa legnosa: “In pratica la legna. Noi spingiamo per la sua gestione. Anche perché in questo momento c’è una tecnologia valida come le caldaie domestiche e industriali che hanno livelli di emissione molti bassi; noi siamo assolutamente per il rinnovo delle stufe, che si vada verso quelle di nuova generazione, che non creano polveri. La biomassa legnosa, trasformata in calore, può riscaldare palestre, piscine, palazzetti, uffici comunali. Al posto delle fonti fossili che rimettono in circolazione Co2 nuova. Ma oggi tutto si scontra con ideologie e comitati. Si può anche catturare definitivamente la Co2 costruendo manufatti, per esempio un tavolo”.

Il futuro è un’iniziativa di livello: “Stiamo lavorando su un progetto in Appennino insieme al Club Alpini Italiano e ad altre tre regioni, Emilia Romagna, Toscana e Marche, Vogliamo valorizzare l’Appennino creando un sentiero di 400 chilometri, da cui si dipartono altri sentieri che scendono a valle e che arrivano in poli come Spoleto e Assisi. Sentieri dove si possa anche dormire, mangiare e fare acquisti, guardandosi intorno e vedendo le bellezze naturali e artistiche. Si tratta di un progetto per rendere il prodotto più attrattivo”.

Fabio Rossi chiede “di dare più risorse agli agricoltori”, ma è convinto che non bastino i soldi che arriveranno dall’Europa con il Recovery Fund: “Bisogna avere idee imprenditoriali, camminare con le proprie gambe avendo idee innovative”.

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