Artigiani siciliani: cassa integrazione, ancora niente soldi

Continuano i ritardi con migliaia di famiglie siciliane che sono letteralmente in ginocchio in attesa degli assegni. Restano da saldare cassa integrazione di maggio, giugno, luglio e agosto. E le risorse del Governo saranno sufficienti sì e no a coprire maggio e gran parte di giugno. Ebas Sicilia batte i pugni sul tavolo, da mesi il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato chiede il trasferimento dei soldi nelle casse di Fsba per poter pagare 30 mila famiglie di artigiani siciliani.

Ebas Sicilia, che gestisce Fsba, il fondo istituito da Cgil, Cisl, Uil, Cna Confartigianato, Casartigiani e Claai, denuncia: “Si tratta di un ritardo senza giustificazioni. Noi siamo rapidi ed efficienti. Pronti già dai primi di luglio a inviare gli assegni di maggio e giugno. Ma se non arrivano le risorse, abbiamo le mani legate. La nostra macchina funziona rapidamente ma poi è costretta a fermarsi per la mancanza dei fondi. Siamo in attesa di 375 milioni. Vero è che basteranno a coprire solo i mesi di maggio e solo parte di giugno. Ma saranno comunque una piccola boccata di ossigeno per tutte quei lavoratori e quelle imprese siciliane in difficoltà”.

Ebas esprime poi preoccupazione per le 18 settimane di cassa integrazione nuove che il Governo concederà: “È paradossale che vengano concesse altre settimane di cassa integrazione se poi non ci mettono in condizione di pagare gli assegni. Ben vengano gli ammortizzatori sociali ma servono tempi rapidi per garantire una dignità a tutti i lavoratori messi in difficoltà dall’emergenza Covid. Abbiamo il brutto sospetto – aggiungono dall’Ebas Sicilia – che questi ritardi siano dovuti a un atteggiamento ostile nei confronti di Fsba, per la nostra efficienza e la qualità dei servizi da noi offerti”.

Exit mobile version