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Fondi di Investimento: cosa sono, come funzionano Si chiamano Fondi di Investimento dei prodotti finanziari che stuzzicano l’appetito degli investitori alla ricerca di rendimenti a rischio moderato. Al fine di ottenere un buon rendimento bisogna studiare ed analizzare il mercato di riferimento, oltre che il patrimonio in cui sono investiti e il funzionamento del fondo stesso

di Redazione
06/08/2020
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Per questo motivo, bisogna capire più nello specifico come porre in essere questo strumento finanziario senza problemi. Per far ciò, abbiamo posto alcune domande a chi ogni giorno ha a che fare in questo settore, il consulente e analista finanziario Alessandro Sorvillo – www.sfadvisor.it.

Che cos’è un fondo d’investimento?

Il fondo di investimento viene elargito negli OIC, acronimo di Istituti di Investimento Collettivo, al fine di garantire ad un risparmiatore che vuole investire dei rendimenti provenienti da contributi individuali.

Un simile fondo si può costituire con un reddito iniziale o versare successivamente dei contributi aggiuntivi, che possono essere versati in qualsiasi momento.

Più semplicemente si può definire come un veicolo di investimento, in cui il capitale di tutti i partecipanti, detto capitale del fondo, si versa per varie attività e strumenti finanziari. Questa diversificazione riduce il rischio.

Cosa influenza un fondo d’investimento?

Il fondo di investimento può essere influenzato da alcuni fattori. Innanzitutto cambia in base agli investitori, che possono essere tanto persone fisiche quanto persone giuridiche.

Il fondo prende forme diverse a seconda dello scopo ultimo che l’investitore, in quanto partecipante al fondo, si prefigge.

Giocoforza del fondo di investimento è anche la società di gestione che veicola l’investimento ed è responsabile della scelta dei diversi prodotti finanziari in cui il fondo di investimento stesso investirà e creerà le regole.

Gli investimenti del fondo

In cosa investe un fondo d’investimento?

Fondamentalmente si basano su un capitale che viene maggiorato dai versamenti dei vari partecipanti. Si crea così un portafoglio costituito di strumenti finanziari vari, e che può ruotare in base all’andamento del mercato.

Se ad esempio viene creato un fondo a basso profilo, con rischi quasi pari a zero, il peso delle azioni che costituiscono il portafoglio verrà limitato e dunque non potrà mai essere superato.

Sempre all’interno del portafogli possono confluire strumenti a reddito fisso, azioni o una combinazione di entrambi e in alcuni casi possono essere utilizzati anche derivati finanziari, merci o beni immobili.

Come si sceglie un fondo?

Per gli investitori neofiti che non sanno da dove cominciare, quello che preme è poter scegliere un fondo di investimento adatto alle proprie necessità.

È dunque di fondamentale importanza riuscire a crearsi le giuste nozioni di base sui concetti finanziari.

Per valutare un fondo d’investimento sarà essenziale capire di che fondo si tratta e come si compone il suo portafoglio. Bisogna altresì informarsi sul margine di rischio del mercato di riferimento, calcolando anche i costi e le commissioni che vanno versati.

Altrettanto importante è l’analisi dell’evoluzione del fondo dalla sua nascita fino al momento dell’investimento, e perché non bisogna anche provare a prevedere gli andamenti futuri in base allo stato attuale del mercato.

Alcuni vantaggi di un fondo

In base alle conoscenze finanziarie che si hanno sul mercato di riferimento, l’investitore è in grado di scegliere un fondo che si adatti alle sue aspettative. E questo è un primo vantaggio. Se un soggetto che vuole investire in borsa, deve analizzare il mercato prevedendo i comportamenti e avendo un elevato background borsistico, chi sceglie i fondi di investimento può anche affidare il compito di analizzare la situazione del mercato a manager professionisti.

In tal modo, un investimento collettivo viene gestito da esperti di settore che scelgono asset allettanti e che dunque incanalano il fondo nella giusta direzione.

Il compito dell’investitore diventa dunque la mera scelta di un portafoglio che sia commisurato al rischio che è pronto ad assumersi.

Inoltre tocca a lui decidere quando è arrivato il momento ritirare l’investimento.

Un altro vantaggio sta nella vasta diversificazione del fondo, al fine di poter gestire il rischio con più facilità, riducendone le probabilità di fallimento.

Il tutto senza contare che spesso le commissioni del fondo sono precostituite, note a priori, mentre i costi di acquisto e vendita diretta in borsa sono soggetti a costi variabili.

La questione delle commissioni

Chi partecipa ad un fondo di investimento, ha l’obbligo di versare delle commissioni per amministrare e gestire il proprio capitale.

All’indomani del regio decreto 1082/2012 presente nella legge 35/2003, gli organismi di investimento collettivo possono applicare solo le seguenti commissioni:

  • Quota d’iscrizione

È la prima somma che l’investitore versa nel momento in cui contratta un fondo. Tale compenso va versato alle casse dell’ente gestore attraverso una percentuale, che varia a seconda del capitale investito.

  • Tassa di rimborso

È una variabile applicata sull’investimento, nel momento in cui l’investitore decide di ritirare il suo investimento. Viene anche detratto in percentuale.

  • Commissione di gestione

Tale compenso serve per ripagare la società dei servizi forniti durante la gestione del portafoglio e viene dedotto dal valore patrimoniale netto. Può essere addebitato in base al patrimonio investito, al rendimento ottenuto e anche per entrambi i casi.

  • Commissione di deposito

L’ente depositario addebita questa somma per la custodia dei titoli e la liquidità del fondo.

  • Commissione di transazione o di intermediazione

Commissione che nasce con l’acquisto e la vendita delle attività del portafoglio del fondo. Può essere anche implicito.

Tags: Alessandro SorvilloFondi di investimento
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