Terziario in Calabria: licenziamenti dopo l’estate

La Calabria si è ritrovata in pieno shock economico a causa della pandemia e del blocco delole attività. Molte le imprese che hanno dovuto chiudere i battenti, altre hanno contato entrate zero, i consumi sono crollati. L’87% delle aziende del terziario della Calabria hanno fatto sapere di essere impossibilitate o in difficoltà a far fronte al fabbisogno finanziario; il 58% delle imprese è convinto che i mesi della riapertura e quelli estivi saranno i più complicati. Al termine dell’estate hanno paura di dover licenziare.

Nel 2020 c’è l’ipotesi che dicano addio al mercato 9 mila imprese, con perdite di 23 mila dipendenti. Le imprese calabresi del terziario rischiano di perdere due miliardi di valore aggiunto, il 7% in meno su base annua.

La ricerca sulle imprese calabresi del terziario è stata realizzata da Confcommercio Calabria con il contributo di Format Research. Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il presidente di Confcommercio Calabria, Klaus Algieri, e il presidente di Format Research, Pierluigi Ascani.

“Lo studio realizzato da Format Research, che ringrazio per la collaborazione, ci restituisce una fotografia della nostra Regione messa a dura prova a livello economico dall’emergenza Covid-19. Le imprese del terziario della Calabria sono in forte difficoltà. Questo rende necessarie misure strutturali e di lungo periodo per fornire liquidità e sostenere la grave crisi dovuta all’emergenza sanitaria. È giunto il momento di abbandonare gli aiuti una tantum e di pensare al futuro in modo strutturato con iniziative che consentano la ripartenza ma soprattutto la stabilità delle nostre imprese”. Queste le dichiarazioni di Algieri a margine della presentazione dei dati della ricerca.

Oltre l’80% delle imprese della Calabria ha dichiarato che la situazione economica generale dell’Italia è peggiorata. Ancora più negativo il sentiment nei confronti dell’andamento economico della propria impresa (indicatore 9,1). L’82,9% delle imprese ha ravvisato un peggioramento dell’andamento della propria attività. Il 58% delle imprese della Calabria ritiene che i mesi della riapertura e i mesi estivi (fine aprile – fine settembre 2020) saranno i più difficili per l’andamento
economico della propria attività.

Il crollo del clima di fiducia purtroppo si accompagna a un forte calo dei ricavi (l’84% delle imprese ha dichiarato un peggioramento) anche a causa dell’azzeramento dei ricavi nei mesi di marzo e aprile presso alcuni comparti del tessuto produttivo. Resta negativo il sentiment per il prossimo trimestre. In aumento i prezzi praticati dai fornitori: la situazione è peggiorata, in prevalenza per quel che riguarda le vendite al dettaglio di generi alimentari e i servizi alle persone. Il 45% delle imprese lamenta un peggioramento nei tempi di pagamento da parte dei clienti.

C’è bisogno immediato di liquidità per affrontare le spese del personale e i costi per il rispetto dei protocolli di sicurezza post-covid; per le spese incomprimibili. Il 62% degli intervistati ha fatto sapere di aver adottato o di essere in procinto di adottare la Cig. Il 32% ha ridotto il personale, il 40% prevede di dover prendere questa decisione nei prossimi mesi. Proprio per fine anno si prevede il picco per la crisi occupazionale.

In Italia esistono 4,5 mln di imprese extra agricole. In Calabria, la quota di imprese registrate al 30 giugno 2020 era pari a quasi 130 mila unità, di cui oltre un terzo operative nella provincia di Cosenza. Le imprese del terziario (commercio, turismo, servizi) della Calabria sono oltre 94 mila, costituendo il 73% dell’intero tessuto imprenditoriale extra agricolo del territorio. La sospensione delle attività ha comportato la paralisi del tessuto produttivo in Calabria. Il terziario rischia di perdere nel 2020 circa 2 miliardi di valore aggiunto. Allo stesso modo, gli effetti potrebbero essere
devastanti anche sul tessuto delle imprese: 9.000 imprese del terziario rischiano di chiudere senza più riaprire, con conseguenze dirette sui livelli occupazionali (23.000 lavoratori rischiano il posto).

La pandemia ha causato anche una forte riduzione degli investimenti previsti nei prossimi due anni: sul 45% di imprese che avevano in programma di effettuarli, il 52% dovrà rinunciare a causa della crisi dovuta al coronavirus. L’emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto sulle nuove modalità di erogazione dei servizi: ad oggi, il 24% delle imprese è presente sui canali e-commerce e il 25%
effettua consegne a domicilio. Il 45% delle imprese della Calabria continuerà ad utilizzare il canale e-commerce anche ad emergenza terminata. Il 54% delle imprese continuerà ad effettuare le consegne a domicilio.

A seguito del decreto Liquidità, molte le imprese che hanno fatto richiesta di credito. Il 74% ha visto accolta la propria richiesta. Con riferimento al costo del credito, il 68% delle imprese ha dichiarato una sostanziale invarianza. L’attenzione si sposta verso le tempistiche di erogazione. Anche il costo dell’istruttoria non sembra rappresentare una criticità: per le imprese in questo momento, l’aspetto principale del quale tenere conto sono le tempistiche. Il 40,8% delle imprese lamenta un peggioramento rispetto alla durata dei finanziamenti concessi. Con riferimento alle garanzie richieste, il 72% delle imprese della Calabria ha dichiarato una sostanziale invarianza. Un leggero miglioramento è dovuto all’introduzione delle coperture pubbliche.

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