Saraceni (Cna Abruzzo): “Cig agli artigiani: situazione inaccettabile”

Le infrastrutture in Abruzzo, la cassa integrazione artigiana, i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata: questi i punti di un’intervista a Savino Saraceni, presidente della Cna Abruzzo.

Si parte proprio con la grave situazione della strade e delle autostrade, con la chiusura di alcuni viadotti sulla fondamentale arteria dell’A14: “Chiediamo che siano sbloccati i tanti cantieri inseriti nel cosiddetto Masterplan, con investimenti enormi disponibili per strade, porti, grandi infrastrutture che l’Abruzzo attende da anni. E tra le opportunità che a questa regione non possono sfuggire, ci sono quelle che metterà in moto la Zona economica speciale appena riconosciuta. Ora, dopo il covid, tutto ciò diventa urgente” sottolinea il presidente della Cna Abruzzo.

“Quanto alle autostrade, il tratto tra Abruzzo e Marche della A14 richiede tempi di percorrenza biblici per poche centinaia di chilometri, per l’alternarsi di cantieri per la manutenzione di gallerie e viadotti, e di aree sequestrate dall’Autorità giudiziaria. Una situazione che colpisce duramente chi sulle strade lavora, come gli autotrasportatori, che giustamente protestano duramente attraverso le loro sigle, ad esempio Cna Fita. Senza tralasciare che non ci sono sconti sui pedaggi: motivo per cui abbiamo chiesto al Governo di intervenire”.

Non è migliore la situazione post-covid per gli artigiani, con l’erogazione della cassa integrazione che è in ritardo: “La Cna nazionale ha definito “vergognosa” – e io pure la penso così – una situazione che “sta umiliando i lavoratori e mettendo in difficoltà le imprese”. E ha lanciato un appello al Governo, chiedendo di trasferire subito e per intero le risorse stanziate a sostegno del reddito dei lavoratori dell’artigianato tramite il Fondo di Solidarietà Fsba. Dei milioni assegnati con il decreto “Rilancio”, solo una piccola parte è stata erogata dopo mesi. Quanto tempo ci vorrà per liquidare tutti? “In Abruzzo – precisa Savino Saraceni – la situazione è identica: il Fondo bilaterale per l’artigianato ha predisposto tutti gli strumenti per pagare i circa 17-18mila lavoratori interessati, ma non ci sono i soldi. Inaccettabile!”.

La lunga chiusura, il lockdown hanno messo in ginocchio diversi settori produttivi della regione, come conferma Saraceni: “Si tratta di comparti che la lunga chiusura ha sottoposto a un durissimo stress. Moda e pelletteria, fiorenti soprattutto nel Teramano, hanno patito danni legati alla sospensione di fiere ed expo, al salto delle produzioni stagionali. Senza contare che mentre applicavano sconti e dilazioni ai clienti, si vedevano trattare dai fornitori nel modo diametralmente opposto. Considerazione analoghe valgono per il mobile. Forse, col senno di poi, valutazioni sullo stato dell’epidemia più a “macchia di leopardo” avrebbero consentito la ripresa più rapida delle attività in alcune aree del Paese, limitando i danni”.

Altrettanto preoccupante la situazione che riguarda la criminalità, pronta a mettere le mani su alcune aziende in difficoltà di liquidità: “Certamente. Per questo abbiamo chiesto dall’inizio della crisi e continuiamo a chiedere oggi, l’immissione di ingenti risorse finanziarie per sostenere le imprese. E’ di poche ore fa il raggiungimento di quota 20mila delle richieste, giunte dall’Abruzzo, approvate dalle banche in applicazione dei decreti del Governo. Una accelerazione positiva, dopo un ritardo iniziale.
Nessuno – conclude Savino Saraceni – però ci dice quante fossero le imprese che ne avevano fatto richiesta, e sono state respinte al mittente: è un lusso che non ci possiamo permettere, perché a settembre con la fine del blocco dei licenziamenti, la ripresa del pagamento delle rate delle tasse sospese e delle rate dei mutui ci sarà un momento ancora più duro”.

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