Viviana Bartella: ‘Stop allo stress, è l’ora del buonsenso. Educhiamo a superare la paura’

La Ripartenza… cosa si sente di dirci su questa fase, così tanto attesa?

“In realtà noi non abbiamo mai interrotto l’attività. Diciamo che in questo momento ci sono meno apprensione, meno telefonate, meno richiesti a domicilio, meno stress, meno richiesta di mascherine e di guanti. Con i clienti abbiamo un contatto un po’ più ravvicinato e sereno rispetto a prima”.

Ritiene che i protocolli previsti per la ripartenza in sicurezza siano funzionali? Cosa suggerirebbe?

“Stiamo seguendo il protocollo classico, il percorso da seguire all’interno della farmacia, il gel igienizzante all’ingresso, facciamo entrare non più di quattro persone per volta, di sente continuamente gli ambienti comuni e tutto quello che viene toccato. La farmacia non è un normale negozio. Se posso dare un suggerimento ritengo sia inutile l’utilizzo dei guanti, che si sporcano come le mani e andrebbero cambiati di continuo. A parte l’aumento dell’inquinamento nell’utilizzo anche da parte di chi non ne ha bisogno, in Calabria c’è carenza di questo utensile. Sarebbe sufficiente ricordarsi di lavare le mani spesso e di evitare di toccarsi il viso, per lasciarlo a chi invece ne ha bisogno per mestiere”.

Quali timori sente, quali progetti?

“Il timore è senz’altro quello dell’arrivo di un nuovo picco dell’epidemia, anche se qui da noi non c’è stata questa epidemia marcata. Poi la carenza di dispositivi medici di cui credo che la popolazione andrebbe rifornita gratuitamente o quasi. Le assicuro che è stato molto complicato gestire queste situazioni, mascherine e guanti sono una categoria merceologica che è sempre stata poco trattata dalle farmacie, che invece erano l’unico esercizio commerciale aperto assieme ai supermercati durante il periodo della pandemia. Abbiamo cercato di aiutare le persone, siamo rimasti calmi e presenti a noi stessi anche nei momenti difficili, ora continueremo le consegne a domicilio perché ci siamo resi conto che molti anziani sono rimasti completamente soli. Diamo una piccola consulenza è un aiuto in casa, non abbiamo paura, ci proteggiamo e andiamo avanti”.

Quali pensieri vorrebbe condividere con i suoi colleghi del settore?

La raccomandazione che farei è quella di non condividere né trasmettere la paura. La pandemia un’infezione importante che ha colpito in particolare alcune regioni, credo che noi dobbiamo essere un punto di riferimento di equilibrio e di calma, non di ansia, dobbiamo educare il cliente al percorso obbligatorio, alle distanze, rispetto delle regole nei limiti del buon senso”.

Sentiamo dire “Ce la faremo”: lei concluderebbe con un punto esclamativo o con quello interrogativo?

“Assolutamente esclamativo. Ci si augura che arrivi presto ancor prima di un vaccino, una cura. Vediamo tanta confusione sulle cause dei decessi, questo virus resta un mistero e non sono così sicura che si possa fare un vaccino. Inoltre non so se mi fiderei a prendere un vaccino realizzato in tempi così brevi. Vedo che terapie farmacologiche hanno avuto successo, spero in una diagnosi precoce in una cura efficace. Inoltre mi auguro sia data la possibilità di fare test sierologici a tutti per individuare gli asintomatici. Noi come operatori sanitari l’abbiamo ordinato”.

La sua speranza più luminosa per questa seconda parte del 2020?

“Che come sempre avvenuto nella storia, anche questa pandemia termini e che potremmo non avere mai più a che fare nella nostra vita con una situazione del genere. Parlo non soltanto da farmacista ma anche da mamma, considerando quello che noi mamme abbiamo dovuto passare in questo periodo tra il lavoro nella scuola dei figli. Un’impresa impossibile…”

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