“ll mio settore è in crisi”, “La mia azienda è in crisi”, “Non so se riusciremo a riaprire”. Quante volte abbiamo sentito queste parole ovunque negli ultimi mesi?
Il Coronavirus ha avuto un effetto drammatico sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico, ed ha colpito indistintamente l’intero pianeta.
Sicuramente nessuno poteva aspettarsi o prevedere un evento del genere, comunque oggi è certo che dal punto di vista imprenditoriale le vecchie logiche di gestione pre-covid vanno completamente riviste, se non completamente abbandonate.
Siamo di fronte ad una nuova era.
In verità, c’è anche da dire, che se un’azienda non riesce a sopravvivere dopo 60 giorni di blocco, probabilmente già prima c’erano delle problematiche più o meno evidenti, e di cui l’imprenditore era più o meno consapevole.
Oggi, purtroppo queste problematiche sono emerse con tutta la loro forza distruttiva, ulteriormente complicate dal fatto, che far ripartire un sistema economico bloccato per mesi richiede tempo.
Le aziende ora hanno un grosso bisogno di liquidità per fronteggiare la ripartenza, ma purtroppo il governo non ha le risorse per stanziare degli aiuti consistenti, e le banche hanno chiuso i rubinetti.
“Credo che questo non sia il tempo di cercare il nemico, di piangersi addosso, o di aspettare l’aiuto di qualcuno, che non arriverà mai. È invece il tempo di agire immediatamente!”
Così afferma il dott. Stefano Parisi, che da oltre 25 anni è al fianco degli imprenditori suggerendo le migliori strategie nel reperimento di nuova liquidità.
“Anzi – prosegue Parisi – sarebbe stato necessario farlo anche prima del COVID19, solo che ora è diventato urgente e vitale, mentre prima poteva essere una semplice attività di ordinaria amministrazione. C’è una sola parola che devi ripeterti come un mantra: Cambiamento di mentalità. La ripartenza dopo il blocco necessita di una maggior spinta iniziale, di “un’energia di attivazione” per la quale serve del denaro extra, velocemente disponibile”.
“Quindi è assolutamente fondamentale – continua Stefano Parisi- riuscire a reperire la liquidità di cui hai bisogno, per rimettere in moto la tua azienda. Dovrai probabilmente effettuare degli investimenti straordinari, ad esempio per mettere a norma i tuoi locali, oppure per aumentare la tua visibilità con specifiche azioni di marketing, o ancora per far fronte al pagamento delle tasse dovute, pur senza aver incassato denaro durante la chiusura precedente”.
C’è dunque assoluto bisogno di carburante nuovo, fresco, per riaccendere i motori quasi a secco della propria azienda.
“Per queste ragioni – afferma il dott. Parisi – ho deciso di intervenire. Da oltre 25 anni aiuto gli imprenditori a reperire nuova liquidità, autofinanziandosi e senza bisogno delle banche, attraverso il recupero dei propri credi insoluti. In genere una percentuale tra il 5% e il 10% del fatturato annuo è rappresentato da crediti insoluti. Sommando assieme gli ultimi 3-4 anni di mancati pagamenti, è facilmente comprensibile come le cifre in gioco possono essere molto considerevoli, anche se spesso sottovalutate e dimenticate”
Una ricetta per la ripartenza, quella suggerita dal dott. Parisi, composta da 5 LEVE.
Apparentemente molto semplice, non è altro che la base di una corretta gestione aziendale (che tutte le aziende dovrebbero avere):
- Riduzione / ottimizzazione dei costi fissi
- Aumento delle vendite
- Incassare le fatture nei tempi stabiliti
- Protezione del proprio patrimonio aziendale
- Riduzione del carico fiscale
Questi cinque punti dovrebbero essere sempre stati una priorità per qualsiasi imprenditore già in passato, oggi invece sono diventati un imperativo al quale non si può più prescindere, sono le colonne portanti di un’azienda: o si fa in questo modo, o c’è il fallimento.
“Per quanto riguarda l’incasso delle fatture, ed in particolare di quelle insolute, hai bisogno di un Sistema davvero efficace che porti realmente a casa i tuoi soldi. – afferma Parisi – Tutte quelle opzioni on line, che prevedono abbonamenti a punti e lavorazioni insufficienti, con una telefonata ed una lettera di sollecito al costo di 20 euro, non andavano bene in passato, e a maggior ragione fanno ridere oggi. In questo momento poi, chi pensa di rivolgersi ad un giudice per reclamare i propri diritti, deve mettere in preventivo una data di inizio della procedura, non prima della metà del 2021”.
Quindi, il recupero attraverso le cause legali (ancor più adesso) sarebbe un errore madornale perché i tempi sarebbero troppo lunghi, ed i costi sempre troppo elevati.
“Il Recupero Crediti Professionale invece è un Sistema di incasso rapido delle fatture insolute, appositamente progettato per le esigenze della PMI.- conclude Parisi – Ha infatti l’obiettivo di portare a casa quanto più rapidamente possibile, la maggior parte del denaro non ancora incassato, con continue iniezioni di liquidità nelle aziende. Rappresenta di fatto la miglior soluzione per gli imprenditori illuminati, che vogliono portare l’azienda fuori dalle acque turbolente della crisi post-covid, sbloccando il flusso di cassa, e andando ad incassare quel tesoretto, finora nascosto nelle pieghe del bilancio, e così prezioso per far ripartire la propria attività.”