Mancano, al momento, risorse pubbliche sufficienti e quindi l’Ebrart è impossibilitato ad effettuare i versamenti relativi al completamento del mese di marzo, e ai mesi di aprile e maggio per gli artigiani abruzzesi. E dire che i finanziamenti per sostenere l’intero mondo degli artigiani erano state promesse dal Decreto legge “Rilancio” e ripetutamente annunciate dal Governo. Proprio l’Ebrart lo sottolinea, parlando di «ritardi inammissibili nell’erogazione degli ammortizzatori sociali al mondo degli artigiani, che attendono ancora i pagamenti loro dovuti per colpa dei ritardi nell’assegnazione delle risorse pubbliche al Fondo sociale bilaterale per l’artigianato, che in Abruzzo si articola nell’Ebrart».
La denuncia del Fondo, costituito dalle principali associazioni dell’artigianato (Casartigiani, Claai, Cna, Confartigianato) oltre che dai sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil) intende mettere così un punto fermo, «chiarendo quanto sta avvenendo a livello nazionale e, a caduta, anche nella nostra regione. L’Ebrart ha da tempo approvato le migliaia di richieste arrivate relativamente alle prime nove settimane di copertura dell’ammortizzatore sociale FSBA e tramite le risorse accantonate negli anni, grazie ai versamenti di imprese e lavoratori aderenti, ha già proceduto al pagamento dell’assegno a oltre 1700 imprese, per circa 6500 dipendenti della nostra regione, rispondendo a tante richieste relative ai mesi di febbraio e marzo».
Ora però, esaurite le risorse disponibili, l’Ebrart si trova nella condizione di non poter effettuare – come denunciato – i versamenti relativi al completamento del mese di marzo e ai mesi di aprile e maggio: «Per questo motivo – conclude la nota – vogliamo esprimere la nostra più viva solidarietà ai lavoratori dell’artigianato abruzzese, confermando l’impegno quotidiano, anche attraverso le strutture nazionali, per sollecitare il Governo a sbloccare immediatamente le risorse promesse. Risorse evidentemente indispensabili alla sopravvivenza di lavoratori ed imprese, tanto più in un momento tra i più complicati della storia italiana».