Fortunati: “L’Umbria è isolata, sul turismo danni ingenti”

Matteo Fortunati, Assoturismo Umbria

Umbria isolata! La chiusura del Viadotto Montoro ha completamente bloccato il sud della Regione, costringendo automobili, autobus e tir a lunghe code e a seguire strade secondarie con notevoli ritardi sulle tabelle di marcia. Ma il danno, pesante, non è soltanto per il trasporto merci; a soffrire è il turismo, proprio alle soglie della stagione estiva e appena dopo la ripartenza post lockdown.

Matteo Fortunati, presidente di Assoturismo Confesercenti Umbria, è perentorio sul nodo Montoro: “L’Umbria viene bloccata completamente. Si tratta di disagi enormi per il trasporto merci e per il turismo. Non so se questi lavori sul viadotto erano previsti o sono stati improvvisi; nel primo caso, si potevano effettuare durante il lockdown causando dunque meno problemi alla viabilità”.

L’infrastruttura viaria umbra è letteralmente flagellata: sulla E45 i cantieri sono diventati praticamente tutt’uno con il paesaggio, sulla Flaminia il viadotto della Somma è in fase di adeguamento strutturale, il che crea ulteriori disagi sulla tratta Perugia – Foligno – Spoleto – Terni. La viabilità secondaria, ossia le provinciali interne, sono un colabrodo. Per i camion, sulla Orvieto – Todi, la chiusura del casello di Orte costringe a lunghi giri per aggirare l’ostacolo. Non va meglio per le ferrovie, con il Frecciarossa Perugia – Milano che ancora non è ripartito, e con l’aeroporto San Francesco che vede numerosi voli tuttora nell’hangar.

“Il problema è globale, a tutti i livelli, e va affrontato dalla Regione” sottolinea Fortunati. Che ha alcune idee per il traffico ferroviario: “Grave che il Frecciarossa Perugia – Milano non sia ancora ripartito, addirittura ci sono voci che vorrebbero la ripartenza dalla stazione di Firenze, se non da Arezzo, tagliando fuori l’Umbria. Un altro problema è il bassissimo numero di treni che collegano Terni e Perugia con Firenze e con Roma. Per la capitale ci sono parecchi interregionali veloci che potrebbero essere sostituiti da Intercity, che dovrebbero operare anche fino a Firenze. L’Ic ha posti a sedere comodi, tavolini, caricabatterie, raggiunge i 200 chilometri orari di velocità di crociera. È paragonabile a un Freccia Argento. Dunque, a mio parere, si potrebbero aggiungere questi convogli o sostituire i regionali veloci con gli Intercity”.

Per il turismo “avere più treni da Perugia potrebbe essere un rimedio. Mentre la soluzione sarebbe fare le linee veloci in regione e le gallerie sulla Somma. Da Foligno a Terni i treni vanno a velocità ridotta perché devono aggirare la montagna. Ora che si sta anche parlando seriamente della Ferrovia Centrale Umbra, si potrebbe omologare la linea per i 250 chilometri orari e così immettere anche qui degli Intercity”.Certamente non è facile, ma bisogna trovare soluzioni.

Racconta un aneddoto, Fortunati, per spiegare meglio cosa sia oggi l’Umbria per chi ci vuole arrivare: “All’inizio della Fase 2, un professore è venuto da Palermo a Roma e, da qui, non trovando mezzi per arrivare ad Assisi, ha preso un taxi!”. Questo significa che “l’Umbria attualmente è isolata”. Il discorso è infatti trasferibile pure ai voli aerei: “Il volo Perugia – Milano era tecnicamente importante: stesso prezzo del Frecciarossa e orari più umani. Ma anche quello è bloccato. Regione, Governo ed Enac devono sedersi allo stesso tavolo e discutere del problema aeroporto di Perugia, mettersi d’accordo con le regioni vicine perché altrimenti saremo sempre considerati scalo di serie B o C”.

Giovedì, a Roma, c’è stata una manifestazione da parte delle agenzie di viaggi: “Noi le sosteniamo in tutti i punti. C’era il presidente nazionale di Assoviaggi Gianni Rebecchi e diversi nostri rappresentanti. Le agenzie viaggi sono tutte ferme e hanno perso tantissimo perché puntano molto sulle gite scolastiche, tutte annullate, ma che fino a marzo erano state programmate e anticipate dai proprietari. Ora si ritrovano con i debiti”.

Il finale è amaro: “C’è confusione, manca il coordinamento e vedo incapacità politica a livello nazionale. Manca il ministero del Turismo ed è incomprensibile in un Paese come l’Italia che vive e guadagna molto grazie a questo settore”.

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