Tommaso Fornasari: “Grande afflusso di clienti dopo due mesi senza barbiere, spero in un nuovo boom economico”

Il titolare di Mai fidarsi del Barbiere di Trieste: “Mi auguro che la lezione sia servita per ripartire con nuovo entusiasmo, cooperazione e attenzione alla sostenibilità ambientale ”

La ripartenza… cosa si sente di dirci su questa fase, così tanto attesa?
Da un lato è stata entusiasmante perchè il bisogno di tornare dal barbiere dopi due lunghi mesi si è concretizzato in un grande afflusso dei nostri clienti. Dall’altra gestire i protocolli e i costi relativi ci ha messo particolarmente in ansia.

Ritiene che i protocolli previsti per la ripartenza in sicurezza siano funzionali? Cosa Suggerirebbe?
Adeguati assolutamente, ma probabilmente su alcuni aspetti troppo generici e lasciati all’interpretazione. Per sicurezza noi abbiamo fatto anche di più, ad esempio prendere la temperatura a tutti i nostri clienti. La nostra struttura è un barbiere sui generis, quasi una ludoteca dove avevamo previsto spazi sociali di condivisione che per forza di cosa ora non possiamo garantire.

Quali timori sente, quali progetti?
Il timore più grande è la tenuta dei conti, essendo noi di fatto una start-up, due mesi e mezzo di mancato fatturato incidono e sono difficili da recuperare. Temo anche una eventuale nuova ondata in autunno e conseguente secondo lockdown che a questo punto sarebbe fatale non solo per il sottoscritto ma per l’intero sistema paese. A livello progettuale puntando molto sull’intrattenimento avevamo costruito un salotto di casa dove farsi i capelli in città, non potendolo fare ora abbiamo optato per un gioco a distanza, un monopoli all’interno della nostra struttura… Inoltre abbiamo spinto molto sui social, oltre 50 dirette con ospiti illustri in questi due mesi e con risultati di seguito molto soddisfacenti.

Quali pensieri vorrebbe condividere con i suoi colleghi del settore?
Da questo punto di vista sono molto poco triestino, la collaborazione è fondamentale ed è stata una delle cose più belle di questo periodo. Ho parlato con moltissimi colleghi per scambiarci opinioni e fare il punto della situazione e questo ha generato network. Credo che piuttosto che competere bisogna augurarsi reciprocamente di prosperare.

Sentiamo dire “Ce la faremo”: lei consumerebbe con u un punto esclamativo o con quello interrogativo?
Nessuna delle due, la concluderei con la speranza che noi italiani siamo capaci delle imprese impossibili, quindi anche questa volta, come già accaduto nella storia, ci rialzeremo ancora.

La sua speranza più luminosa per questa seconda parte del 2020?
Lo spiraglio c’è, la speranza è che ci sia un grande rinnovamento, con entusiasmo verso un nuovo boom economico, ma nel rispetto dell’ecosistema, quindi spero in un futuro green ecosostenibile perchè abbiamo visto un mondo pulito, almeno per due mesi.

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