Pierangela Barigazzi: “Che le iniziative di aiuto non diventino un boomerang”

La Ripartenza… cosa si sente di dirci su questa fase, così tanto attesa?

“Guardi, io ho 69 anni, sono in pensione e sto continuando a lavorare nonostante tutto. Sono piena di entusiasmo come il primo giorno con la mia attività nel campo delle ceramiche ma se in Italia non la smettono con tutta questa burocrazia, mi dispiace ma non si va da nessuna parte. Burocrazia e giustizia, perché bisogna metterci mano, assolutamente”.

Ritiene che i protocolli previsti per la ripartenza in sicurezza siano funzionali? Cosa suggerirebbe?

“I protocolli sono funzionali ma bisogna educare la gente ad essere più rispettosa. Se ci teniamo alla distanza di due metri, ci laviamo le mani e ci comportiamo bene è sufficiente, per il resto vedo anche troppe esagerazioni e tanta sovra-informazione. Probabilmente ci hanno anche raccontato tante storie”.

Quali timori sente, quali progetti?

“Il progetto è quello di andare avanti sperando che vengano i clienti. Le difficoltà non mancano, ad esempio ora c’è questa ultima novità del rimborso del 110% da parte dello Stato in caso di ristrutturazione. Una bella iniziativa, se non fosse che per ora sono tutte chiacchiere e i clienti intanto preferiscono attendere luglio prima di fare acquisti per verificare se è vero. Oppure il contributo biciclette del quale tanto si parla ma che ancora proprio non si vede. Credo che sia il caso di annunciare di meno e fare più fatti. Il timore è quello di arrivare al punto che la gente, esasperata per la fame e le privazioni possa reagire malamente”.

Quali pensieri vorrebbe condividere con i suoi colleghi del settore?

“Solo di avere fiducia, non mollare e andare avanti pensando alla salute prima di tutto”.

Sentiamo dire “Ce la faremo”: lei concluderebbe con un punto esclamativo o con quello interrogativo?

“Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno per carattere ma in questo momento c’è il grande timore di vedere le cose andare a rotoli e le confesso che mi sento tanto presa in giro, vedo pochi fatti. Purtroppo la risposta è il punto interrogativo”.

Ha però una speranza luminosa per questa seconda parte del 2020?

“Certo, che diventiamo tutti più buoni e rispettosi, senza con questo essere patetici. Siamo 60 milioni, dobbiamo farlo altrimenti non si va nessuna parte”.

 

 

 

 

 

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