Marzia Zambelli: “ Il popolo italiano sta ripartendo grazie alle proprie forze e non per il Governo”.

La Ripartenza… cosa si sente di dirci su questa fase, così tanto attesa?

“Sono contenta di come il popolo italiano sia ripartito, poi è chiaro che non tutti stanno rispettando le regole ma è davvero un’esigua minoranza. La presa di coscienza da parte delle persone c’è stata e sotto un punto di vista sanitario, visto anche il clima di terrore che è stato fatto, non ho grosse paure. Io abito a Bologna e mi occupo di sicurezza e le posso dire che nella mia città tutti si stanno comportando bene, anche se nei loro sguardi vedo ancora molta paura”.

Ritiene che i protocolli previsti per la ripartenza in sicurezza siano funzionali? Cosa suggerirebbe?

“Non sono assolutamente soddisfatta dei protocolli adottati per la ripartenza. Si tratta di un discorso abbastanza lungo da affrontare ma è un totale delirio. Non si può vivere in un Paese che ha diramato decine e decine di Decreti e altre norme poco chiare; senza parlare poi delle tante attività commerciali che ancora non hanno visto un euro. Tutte le regolamentazioni fatte, alcune anche giuste, per le aziende sono un costo esorbitante, tanto è vero che molte attività nei loro scontrini hanno messo una piccola tassa Covid-19, tra l’altro illegittima”.

Quali timori sente, quali progetti?

“I timori sono tantissimi, anche confrontandomi con i  commercianti ed imprenditori che conosco, riscontro grandi problematiche in ogni settore. La mia paura è rivolta più in là, verso l’autunno, dove in molti preannunciano un’altra ondata del virus Covid-19, che altro non è che un ceppo dell’influenza che abbiamo sempre avuto. Se davvero dovesse tornare in modo prepotente ad alzarsi la curva epidemiologica, e non avendo un governo con una grossa leadership, la soluzione di richiudere tutto nuovamente potrebbe farci sprofondare nel baratro”.

Quali pensieri vorrebbe condividere con i suoi colleghi del settore?

“Mi auguro e spero che quest’ orribile situazione che abbiamo vissuto serva a far emergere chi lavora con professionalità ed etica. Nel nostro campo c’è troppa improvvisazione, siamo tutti esperti aziendali: basta fare un corso per reputarti tale e invece non è così. Serve esperienza sul campo non tramite un foglio. La nostra responsabilità è tanta e le aziende ci chiamano per risolvere i problemi. Sono 30 anni che faccio questo lavoro e non è mai uscito un documento senza la carta intestata che indichi i dati della mia azienda, a differenza di molti miei colleghi”.

Sentiamo dire “Ce la faremo”: lei concluderebbe con un punto esclamativo o con quello interrogativo?

“Concluderei la frase con tre punti interrogativi. I messaggi positivi ben vengano, ma senza diventare slogan forvianti. Il popolo italiano ce la farà ma grazie al suo lavoro e non grazie ad aiuti provenienti dal Governo”.

La sua speranza più luminosa per questa seconda parte del 2020?

“La mia speranza è quella di avere delle persone capaci di governarci. Tutti paghiamo per i nostri sbagli, ciò che non accade in politica. Mi auguro di avere un Capo dello Stato in grado di assumersi delle responsabilità”.

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