Paola Meacci: “Riaprire è un rischio imprenditoriale che mi prendo, pensiamo al benessere”

Paola Maggi

Paola Maggi

La Ripartenza… cosa si sente di dirci su questa fase, così tanto attesa?

“Innanzitutto speriamo sia confermata la riapertura per il 3 giugno. La situazione non è per niente facile ma mi prendo il rischio della riapertura malgrado ipotizzo una riduzione dei ricavi molto forte per quest’anno, anche dell’80%, con notevoli costi di gestione e struttura. Dovrò negoziare da una parte i contratti di locazione delle nostre strutture, dall’altra metter in conto la riduzione, conseguenza della ridotta capienza per rispettare le regole e i protocolli di distanziamento e rendere sicuri al 100% le nostre strutture e i clienti. In ogni caso la riapertura avviene in un momento dell’anno per noi non favorevole, prima dell’estate”.

Ritiene che i protocolli previsti per la ripartenza in sicurezza siano funzionali? Cosa suggerirebbe?

“Noi abbiamo attuato il protocollo, anzi essendo in Lombardia e nello specifico a Milano, direi che siamo andati anche oltre a quanto era previsto; valutiamo il rischio biologico, abbiamo deciso di rendere obbligatoria la misurazione della temperatura, insomma abbiamo preso misure più cautelative del protocollo istituzionale stesso.”.

Quali timori sente, quali progetti?

“Il mio timore più grande è l’incertezza sul numero degli attuali clienti che vorranno tornare nelle nostre strutture, molti ad esempio sono professionisti che lavorano nelle aziende vicine alle nostre strutture e al momento operano in modalità smart-working; torneranno in azienda e se si quando? Altri che ho già sentito hanno ancora paura quindi rimandano le sessioni, altri ancora magari avranno ridotta capacità di spesa. A livello progettuale abbiamo sperimentato e continueremo a farlo, il servizio a distanza, utilizzando le piattaforme tecnologiche disponibili in modo tale, anche in futuro, di proporre una ulteriore modalità che si affianca al fisico. La voglia di innovare c’è, anche a livello commerciale, stiamo pensando di offrire i nostri servizi anche alle aziende. ”.

Quali pensieri vorrebbe condividere con i suoi colleghi del settore?

“Direi tanta solidarietà, e soprattutto evitare di andare in concorrenza sul prezzo e mantenere la qualità dei servizi, troppi si sono improvvisati in questo periodo”.

Sentiamo dire “Ce la faremo”: lei concluderebbe con un punto esclamativo o con quello interrogativo?

“Sono positiva e a lungo termine, sto mettendo tutte le mie energie per mettere il punto esclamativo”.

La sua speranza più luminosa per questa seconda parte del 2020?

“Che dopo l’estate non ci siano più ricadute e i milanesi si sentano più sicuri e capaci di convivere con questa situazione che purtroppo ci accompagnerà per molto tempo, riprendendo le attività piacevoli oltre a quelle essenziali e dedicarsi di nuovo al benessere e non solo alla salute”.

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