Paolo Balestra: “Media e Governo quanta confusione sulla comunicazione, da esperto e neurolinguista ho notato tante contraddizioni”

Paolo Balestra

Paolo Balestra

Ripartenza… cosa si sente di dirci su questa fase, così tanto attesa?

“In qualità di neurolinguista sono molto attento alle parole e ripartenza da l’idea che tutto torni come prima quando in realtà noto che molte aziende in cui opero stanno vivendo momenti di profondi cambiamenti; non solo ma anche i mercati, i comportamenti e le abitudini di acquisto sono diversi”.

Ritiene che i protocolli previsti per la ripartenza in sicurezza siano funzionali? Cosa suggerirebbe?

“La comunicazione è proprio uno degli aspetti di cui mi occupo, soprattutto la neurolinguistica, pertanto, tralasciando gli aspetti di carattere medico sanitario che non mi competono, posso dire che la comunicazione dei media e del Governo e stata quantomeno confusa e un pò contraddittoria, pur essendo consapevole che si era tutti impreparati a questo scenario”.

Quali timori sente, quali progetti?

“Le nuove modalità di relazioni, conseguenza del distanziamento sociale e delle misure precauzionali come le mascherine, possono incidere sul modo di interagire delle persone, per natura esseri portati alla socialità; comprendo gli aspetti di tutela della salute ma occupandomi di comunicazione non posso non considerare gli impatti che generano. Mi spaventa inoltre l’inerzia, la bellissima iniziativa denominata andrà tutto bene, è ottima per il mondo infantile, in quello adulto rischia di deresponsabilizzare; andrà tutto bene se ci si rimboccano le maniche altrimenti no. A livello progettuale mi sono messo a disposizione offrendo gratuitamente un pacchetto di sessioni di business coaching per aiutare aziende ed imprenditori senza altri fini se non quello di dare una mano. Internamente ho investito molto sul web e continuerò a farlo perché pagano”.

Quali pensieri vorrebbe condividere con i suoi colleghi del settore?

“Io faccio parte di quelle persone che credono nella mentalità dell’abbondanza piuttosto che della scarsità quindi penso sia necessario fare rete e valorizzare i propri specifici talenti e competenze piuttosto che competere senza senso; c’è posto per tutti e già lo sto facendo con Convergo ad esempio”.

Sentiamo dire “Ce la faremo”: lei concluderebbe con un punto esclamativo o con quello interrogativo?

“Sono straordinariamente ottimista quindi non esiste altra possibilità che ce la faremo. Il mio mantra è che si può fare qualsiasi cosa e che nella vita a volte vinci e a volte impari, e io ho imparato molto in questo periodo”

La sua speranza più luminosa per questa seconda parte del 2020?

“La speranza non è mai una buona strategia, preferisco pensare che le persone sfruttino questo momento per guardarsi dentro e capire cosa vogliono fare della loro vita partendo dai valori fondanti”

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