Francesco Sanclemente “Temo il libera tutti, ancora non siamo in sicurezza, un secondo picco di contagi potrebbe essere letale per il nostro Paese”

La Ripartenza… cosa si sente di dirci su questa fase, così tanto attesa?

  Se devo essere sincero temo che sia stata interpretata come un “libera tutti”, gente per strada, frontiere aperte, insomma troppo presto secondo me.

Ritiene che i protocolli previsti per la ripartenza in sicurezza siano funzionali? Cosa suggerirebbe?

 Ci sono stati degli errori, ad esempio dare 20 giorni alle attività produttive per mettersi in regola; avrei fatto diversamente, o sei in regola o non apri, ma capisco che avendo fatto tale comunicazione in netto ritardo e con idee poco chiare alla base, queste sono le conseguenze.

Quali timori sente, quali progetti?

Timori particolare non ne ho, almeno non per la mia. Al momento noi riusciamo a stare in piedi, domani non saprei dire. Su tutte quelle attività al pubblico che favoriscono gli assembramenti, ristoranti, strutture alberghiere ecc, se avessi dovuto decidere io, li avrei sostenuti economicamente per lungo tempo, onde evitare aperture affrettate come sta avvenendo, con conseguenti rischi per la ripresa dei contagi. A livello progettuale ho avuto modo di riflettere su alcune dinamiche di gestione, dal credito agli acquisti sicuramente migliorabili e che mi hanno portato ad effettuare cambiamenti.

Quali pensieri vorrebbe condividere con i suoi colleghi del settore?

Fare network per stabilire regole chiare e condivise sul credito e sulla gestione dei rapporti con i clienti. E soprattutto collaborare in spirito costruttivo.

Sentiamo dire “Ce la faremo”: lei concluderebbe con un punto esclamativo o con quello interrogativo?

La concluderei sicuramente con un punto interrogativo, ho grossi dubbi, perchè come ripeto vedo troppa superficialità nei comportamenti, soprattutto i ragazzi, e mancanza di rispetto delle regole di sicurezza.

La sua speranza più luminosa per questa seconda parte del 2020?

Un passo nuovo da parte del Governo per rivedere regole e protocolli in modo tale da non disperdere quanto fatto durante il periodo di lockdown. Se avesse finanziato la chiusura di queste attività con una sovvenzione più consistente avrebbe limitato i rischi di contagio, eppoi per un’anno non succede nulla se si fanno le vacanze nella propria città o regione.

 

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