Giovanni Carta, Studio Legale Carta (Roma): “Semplificazione e velocità per ripartire”.

Sedi a Roma, Milano e Cagliari, l’attività in Italia e a livello internazionale.

Studio legale moderno quello degli Avvocati Giorgio e Giovanni Carta, strutturato in quattro dipartimenti in cui operano professionisti che seguono da vicino imprese e persone alle prese con problemi specifici: Civile (commerciale e societario, Terzo Settore, Diritto del Lavoro), Internazionale (specie per clienti che investono in Italia), Diritto Amministrativo (contenziosi di varia natura, TAR, Consiglio di Stato e Corte dei Conti), Penale (situazioni che coinvolgono Forze Armate e di Polizia in questioni di Diritto Militare e Diritto Amministrativo Militare).

“Ripartiamo non è proprio il termine giusto – osserva l’Avvocato Giovanni Carta – anche perché noi non abbiamo mai smesso di lavorare, e non solo attraverso lo smart working, durante l’intero periodo del lockdown. E questo, non solo perché ci era consentito, ma soprattutto perché molti clienti ci chiedevano assistenza diretta a seguito di problematiche emerse improvvisamente nella loro attività”.

Molti i casi da gestire con urgenza, e a cui spesso non contribuivano la poca chiarezza delle norme ed i ritardi dei provvedimenti governativi.

“Penso, ad esempio, ai contenziosi tra conduttori e locatori. Mi riferisco a Ristoranti, Bar e Alberghi del centro di Roma, i cui gestori hanno dovuto far fronte al pagamento di canoni di locazione non potendo più contare su alcuna entrata a causa della chiusura imposta. D’altra parte, anche i proprietari degli immobili si sono trovati in difficoltà per gli insoluti, dato che contestualmente dovevano pagare mutui alle banche per gli investimenti fatti nelle strutture stesse”.

Un vero corto circuito di un sistema, quello delle filiera turistica che gravita nella Capitale e che produce qualche miliardo di PIL per l’economia nazionale.

“C’è stato molto buonsenso – aggiunge Carta – nella gestione delle trattative per il pagamento dei canoni arretrati di molti operatori turistici, molti dei quali hanno scelto di non riaprire restando in attesa di capire quali fossero stati i provvedimenti per la riapertura delle frontiere ai turisti”.

Si vedrà sicuramente a giugno una Roma piena di stranieri affollare i locali, le piazze e i musei?

“Proprio qualche giorno fa attraversavo quasi in solitudine Piazza Navona, forse una delle più belle piazze del mondo. Un fascino straordinario, ma una profonda desolazione per tutti i Bar e Ristoranti chiusi”.

Provvedimenti in ritardo, protocolli poco chiari e che riguardano anche problematiche di natura penale: basti pensare solo alla responsabilità dei datori di lavoro nei confronti del personale e dei clienti in caso di contagio.

“Chi ha potuto – aggiunge – per la tipologia di attività, ha utilizzato lo smart working. Ma nel caso di negozi ed esercenti commerciali, hanno utilizzato la Cassa Integrazione. Ora che c’è la possibilità di riaprire in sicurezza però, le variabili come il rispetto del distanziamento in locali angusti, i costi di sanificazione del locale e di sicurezza dei lavoratori, il calo della clientela, non consentono a molte attività di aprire senza indugi e si resta in attesa di avere una situazione più normalizzata”.

Un clima di incertezza che non agevola certamente una ripresa veloce, mentre altri Paesi europei hanno già avviato da alcune settimane la stagione turistica.

“Da noi – osserva l’Avvocato Carta – è un po’ mancata una strategia, una visione d’insieme. E non mi riferisco solo al turismo. Si è badato più all’oggi, a correre (giustamente) dietro l’emergenza, ma senza affiancare a questa corsa un’idea di futuro”.

Ed ora che il futuro è arrivato?

“… continuiamo con lo stesso vizio di sempre, quello di complicare la vita soprattutto di chi lavora e vuole continuare a lavorare qui. Faccio un esempio? Ho letto con grande fatica il Decreto Rilancio, e devo dire che l’ho trovato troppo articolato, in alcune parti complesso e confuso, in altre troppo generico. Penso solo agli articoli che regolano i rapporti tra proprietari di impianti sportivi ed i gestori: si presume che il danno sia pari al 50%, ma non si capisce in che modo e perché sia stata decisa questa percentuale, quando comunque le entrate si sono totalmente azzerate, i clienti richiedevano indietro gli abbonamenti e gli stessi proprietari pretendevano comunque i canoni delle locazioni. Insomma, chi ha redatto questi provvedimenti non ha tenuto conto dei problemi e delle situazioni reali degli operatori del settori”.

E nella sua attività?

“Anche qui ci sono stati alcuni aspetti critici. Basti pensare al settore giudiziario: ogni organo ha dovuto far fronte a dettami di massima e si è regolato in maniera autonoma, con processi, modalità e protocolli che cambiavano tra settori. Alla fine, in molti hanno preferito rinviare le udienze a tempi più chiari”.

Mancanza di visione di insieme, poca chiarezza e lentezza. E il coraggio?

“Quello lo si chiede a una parte d’Italia, quella cioè meno protetta come le Partite Iva, i professionisti e gli imprenditori. Senza nessuna polemica, però perché nelle misure di sostegno economico non si è tenuto conto di chi ha sempre pagato le tasse? Questa era proprio l’occasione giusta per farlo. E invece …”.

Timori per il futuro?

“Sono ottimista per natura – conclude Giovanni Carta – speriamo che i turisti ritornino, che gli investitori stranieri continuino ad investire in Italia, che il nostro Paese sia un luogo migliore per chi lavora e rischia per sè e la propria attività. In definitiva: più semplificazione e più coraggio. Solo così ‘andrà tutto bene’”.

 

www.studiolegalecarta.com

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