Leonardo Ferrari: “Le persone tornino a fidarsi del nostro operato”

Ritiene le misure di contenimento pandemico adeguate? Cosa suggerirebbe?

“Sotto il punto di vista sanitario, secondo me il Governo ha adottato le giuste misure, considerando l’emergenza improvvisa globale, anche se magari qualche accorgimento poteva esser fatto prima visto che i casi nel Mondo sono iniziati a fine gennaio. Le misure prese in campo economico, invece, non mi trovano in linea con le scelte dello Stato; il nostro settore, quello della ristorazione, è stato altamente penalizzato. Le spese sono tante, le tasse da pagare aumentano e la crisi si fa sempre più pesante”.

Come vede il suo futuro?

“La mia attività ha riaperto l’altro ieri, ovviamente con tutte le precauzioni del caso, non con il plexiglass sui tavoli perché lo trovo brutto, ma con il medesimo sul carrello dei dolci e sulla cassa, insieme alle mascherine e ai guanti. Con me lavorano sei collaboratori, ma quattro di questi sono in cassa integrazione. La mia fortuna è quella di avere un locale grande, perciò posso lavorare tranquillamente senza ridurre i posti nel mio ristorante, anche se le persone hanno ancora molta paura ad uscire di casa”.

Quali timori, quali progetti

“Sotto un punto di vista pandemico-sanitario non ho timori: confido molto nell’intelligenza del popolo italiano. L’aspetto che sicuramente mi preoccupa è quello economico, se lo Stato non ci aiuta molte aziende chiuderanno. A mio avviso avere un posizione più forte a livello politico in Europa e con finanziamenti a fondo perduto, in base al fatturato delle varie attività, sarebbe stata la soluzione ideale”.

Cosa direbbe ai colleghi del settore?

“Parlo spesso con loro e non tutti hanno la mia fortuna di avere un locale grande con le mura di proprietà. Molti ristoranti si trovano al centro della città, con posti ridotti e affitti importanti da pagare. Mandare un messaggio di conforto in una situazione di crisi totale come quella che stiamo vivendo è impensabile. Il mio messaggio è rivolto al Governo sperando che possa aiutare le attività commerciali in difficoltà”.

 La speranza più luminosa?

“La speranza che ho è che la gente possa di nuovo aver fiducia nel nostro operato, oltre a non farsi prendere più dalla paura e ricominciare, seppur in modo parziale, a vivere”.

 

 

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