Luigi Valentini: “Non si può chiudere tutti in un laboratorio a tempo indeterminato, la vita scorre e non si può fermare”.

Luigi Valentini

Valentini, il settore immobiliare, come molti altri settori, ha subito uno stop prolungato per il lungo periodo di lockdown. Ritiene che le misure di contenimento pandemico siano state adeguate?

“La domanda che Lei mi fa, presuppone che ritenga giusto, le decisioni adottate per osteggiare la pandemia. In realtà partirei dal principio. Ritengo che la paura della morte a seguito del virus, sia stata la molla iniziale. Ma di paure non è stata l’unica, chi ha dovuto gestire la pandemia ha pensato alle eventuali responsabilità che potessero ricadere su chi gestisce l’organizzazione sociale e problemi connessi. In realtà è tutta lì la questione. La domanda è stata girata agli esperti della materia, i virologi e scienziati affini. Ovviamente, posta la domanda a chi gestisce queste questioni in laboratori, la risposta più semplice alla domanda posta, è stata: trasformiamo il tutto in un grande laboratorio. E come si fa? Si chiede che tutto e tutti si fermino in casa, come fosse la casa, tutto un grande laboratorio in sicurezza. Questa risposta da parte di un virologo è in linea e coerente al pensiero dello scienziato. Ma non può essere la decisione o il pensiero di un politico, che dovrà valutare anche i molteplici fattori della società, differente da quella del virologo che vive in laboratorio. Dovrà considerare, molti altri fattori perché molto più complesso, in quanto deve tenere presente di argomenti quali, necessità, questioni umani e spirituali, istruzione, lavoro, finanza, economia, sicurezza e quant’altro. Dovrà considerare che presa la decisione di chiudere tutti in un laboratorio, allo stesso modo, dovrà consentire che tutto quanto detto prima deve essere possibile svolgersi in casa, e poi come per magia e senza responsabilità di nessuno, tutto dovrà ritornare alla normalità. E’ possibile faretutto questo stando tutti chiusi in un grande ipotetico laboratorio casa? Sicuramente, no. Quindi, la soluzione non è adottabile. Altra domanda che mi sarei posto, fossi stato a decidere: come facciamo a tutelare la salute delle persone? Chi sono i soggetti più a rischio? Ci sono state altre situazioni analoghe? Quali sono i risvolti temporali? Avrei cercato risposte a queste domande. Le risposte le conosciamo tutti! E comunque, se pur, non conoscendole sono facilmente intuibili… non si può chiudere tutti in un laboratorio a tempo indeterminato… la vita scorre e non si può fermare…”.

Personalmente cosa avrebbe fatto?

“Cosa avrei fatto? Avrei tutelato i più deboli consigliando tutte le protezioni e metodi di sicurezza, avrei monitorato consigli e proposto prudenza… la vita scorre non si può chiudere in un laboratorio… Qualcuno potrebbe dire è facile dirlo adesso? No, non è vero, sarebbe stato facile dirlo anche prima… non ricordo a memoria di storia che sia stata mai presa una decisione uguale a quelle adottate… ma non è mai stata presa, perché è contro natura delle cose e della vita … la vita scorre non si può fermare… Ma quanti morti? Si quanti morti, ci sono tante teorie tante possibili, risvolti a decisioni alternative ma non così estreme e che comunque stanno portando tanta tristezza… Ma sarebbero state molto di più le vittime della pandemia? Anche questo sarà da vedere, alla fine le cause potranno essere anche e di molteplici motivazioni, compreso sofferenze di varia natura, non legate necessariamente al virus, depressioni legate alla insostenibilità, alle difficoltà contingenti e come stiamo vedendo anche suicidi… Le paure, le debolezze, i condizionamenti, l’inesperienza sono loro i virus responsabili che hanno attaccato coloro che dovevano decidere più del virus COVID 19. Questo cocktail virus, ha portato a prendere le decisioni, che sono state adottate e che stanno portando l’occidente nel baratro della follia collettiva.

Come vede il suo futuro? Quali timori e, adesso che ci avviamo ad una lenta e (si spesa) duratura fase di riaperture, quali progetti per la sua attività?

“Il mio futuro, pur avendo deciso sin da giovane di volerlo gestire autonomamente, purtroppo, non è stato deciso da me ma da decisioni altrui, continua ancora oggi e sicuramente anche in modo più determinante ad avvenire questa preponderante influenza dall’esterno. La libertà oggi è una visione sempre più circoscritta. Questa và contro i diritti dell’uomo. Vedo difficoltà, vedo salite, vedo paure, vedo condizionamenti, vedo povertà, vedo anche ricchezza di pochi. Mi preoccupa la visione e la prospettiva. Spero nella forza e la voglia di vita dei giovani, loro possono restaurare il presente per un futuro migliore, ma occorrono stravolgimenti, rimescolamenti, ricominciare da zero e ricostruire un mondo più sensibile, più leggero, più umano meno materialistico”.

La critica più forte che si sente di fare?

“Mi dispiace, per le persone che hanno dovuto e voluto prendere queste decisioni, che considero estreme, perché consapevolmente o inconsapevolmente comunque si sono presi grandi responsabilità nel bene e nel male sulle persone. I risvolti di tutto questo lo leggeranno nelle loro vite e nel tempo. Ma, molti effetti e risultati sono già evidenti e non raccontano cose buone nonostante il principio di partenza poteva contenere buoni propositi. Sarei stato più prudente a prendere decisioni così estreme, forse gli autori non se ne sono resi ancora conto, ma sicuramente qualche dubbio nella loro riflessioni si starà presentando. Credo che qualche notte insonne nel pensare lo stiano vivendo, questo mi dispiace…per loro”.

… e la speranza più luminosa?

“La speranza, che le persone si risveglino da questo torpore che ci stringe tutti in valori effimeri e materialistici se pur moderatamente necessari. Che le persone si rendano conto di quanto il mondo possa essere luminoso ed appagante se nelle nostre decisioni quotidiane invertissimo la rotta verso una visione più connessa al mondo e alla natura che ci circonda. Sono sicuro che ne trarremmo vantaggi inimmaginabili”.

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