Giorgia Andrielli: “Per noi le mascherine non sono un problema ma servirà più accortezza”

Andrielli Arredamenti a Narni è una delle aziende di pregio del settore. Falegnameria, laccatura e lavori su misura non solo per gli interni ma anche commerciale e navale, complementi d’arredo e realizzazioni speciali. Tra i lavori realizzati dal laboratorio artigianale Andrielli spiccano i restauri dei Teatri di Trevi e Montecastello di Vibio, la chiesa di Madonna Alta di Perugia, gli arredi realizzati per l’Hotel Excelsior di Roma, per negozi di Gucci e negozi Bulgari. Andrielli vanta inoltre importanti e costanti collaborazioni con cantieri navali di Roma, Ancona, Livorno e Genova. Ripartenza piena anche per loro alle porte, con tante speranze e qualche preoccupazione. Ne parliamo con Giorgia Andrielli, fra i titolari della struttura.

Ritiene che le misure di contenimento che sono state prese siano state giuste?

“Credo che si sia agito bene, anche qui sul territorio.  Le linee guida sono quelle ministeriali, io sono d’accordo con questa ripartenza lenta. I morti e la situazione a livello nazionale consigliano prudenza proprio perché non conosciamo bene come evolverà questo virus ed è giusto andare avanti piano, ma anche ripartire”.

Come vede il futuro?

“Sul fronte dei dispositivi di sicurezza non abbiamo grossi problemi in quanto, essendo noi un settore manifatturiero, le usiamo da sempre, perché siamo a contatto con le polveri. Sono obbligatorie da tempo e quindi ci siamo preoccupati un po’ quando il fornitore ci ha detto che stavano finendo. Chiaro che ora serve un po’ di accortezza in più: metteremo anche il disinfettante ed i guanti. Ci sarà da capire un po’ di cose sulla sanificazione: per esempio se grandi superfici come la nostra siano esentate, anche considerando che noi non siamo una struttura aperta al pubblico, entra solo chi è autorizzato e siamo noi che li consegniamo, ma su ordinazione. L’accortezza sarà che i corrieri non potranno avvicinarsi all’ambiente di lavoro”.

Quali sono i progetti in ballo?

“La vera sfida sarà quella di come trarre il massimo da questa ripartenza. Sono dell’idea però che non possiamo fare confronti o paragoni a livello di fatturato con prima della pandemia, perché la situazione è diversa. I nostri uffici per esempio sono aperti, i nostri clienti di trasferimento stanno smaltendo i vecchi ordini e ora c’è da vedere le cose nuove, bisognerà vedere il mercato”.

Qual è la speranza, quali sono i timori?

“Personalmente sono fiduciosa, credo che questo debba essere necessariamente l’atteggiamento giusto. Spero che ci sia una ripartenza, anche lenta ma che porti i frutti che speriamo. Posso dire però che secondo me come Italia abbiamo avuto una marcia in più rispetto agli altri in questa situazione”.

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