Una mannaia dal cielo – Le case nel post covid19

Stiamo vivendo un periodo di vita molto limitata e come Winston in 1984, costretti a rimanere tra le quattro mura, la mattina accendiamo la tv e ci dice di fare attività fisica giornaliera, di non uscire di casa senza un buon motivo e di attenerci strettamente alle misure di sicurezza. La casa è diventata la nostra palestra, il nostro ufficio, il nostro pensatoio e soprattutto è diventata ancor di più il nostro rifugio, la caverna del terzo millennio.

Ci siamo predisposti allo “smartworking” più negli ultimi due mesi che negli ultimi dieci anni, cosa che fa molto riflettere. La leva dolore continua ad essere molto efficiente come “call to action”. Abbiamo sicuramente riscoperto i valori intrinseci e insiti delle mura di una casa. La casa è un tempio di valori senza tempo, che passa di generazione in generazione, dai nonni, ai figli e ai nipoti. Amore, famiglia, unione, relax e tranquillità, sono solo alcuni di questi valori anacronistici. La casa è il nostro guscio, quello che nella cultura di noi italiani portiamo tutta la vita. E se oggi questo “BI – SOGNO” non fosse più realizzabile?

Il nostro bi-sogno viene infranto già dalle problematiche che erano presenti prima dell’avvento del Covid19. L’accesso al credito e il cambiamento del mercato del lavoro non ci forniscono più le garanzie e la serenità di affrontare un percorso reiterato come quello dell’acquisto casa con il mutuo. Le statistiche di Banca d’Italia precedenti alla situazione pandemica dicono che sei italiani su dieci in media nazionale non hanno i requisiti per richiedere e ottenere l’approvazione di un mutuo. Le banche italiane commerciali, si preparano a ricevere ingenti fondi per arginare la crisi Covid19, ma se le persone non possono più avere la certezza di iniziare un mutuo o continuare quello in corso, come verranno allocati questi capitali? Si sceglieranno delle modalità diverse dal semplice prestito oppure questa iniezione di liquidità avrà la mera funzione di indebitare ulteriormente privati e aziende senza alcuna certezza di solvibilità? Così venne giù una copiosa pioggia di NPL e UTP, come se non bastassero quelli che ci sono stati dopo il 2008. Se continua tutto ciò diverrà insostenibile, entreremmo nella crisi del GRANDE DEBITO, una depressione senza via d’uscita. Siamo in un periodo di profonda trasformazione quindi servono delle metriche economiche nuove e più facili per essere comprese dalle persone. Oggi la statistica di Banca D’Italia che calcola la media di chi avrebbe la richiesta mutuo respinta è aumentata. Se prima erano sei persone su dieci, ora sono sette su dieci o forse otto su dieci in media nazionale.

D’altronde chi concederebbe un finanziamento ad un cassaintegrato? Chi continua ad avere un’ottima credibilità creditizia sono le stesse persone che una casa probabilmente potrebbero comprarla in contanti, acquisendola all’asta o ex novo, i benestanti, una percentuale minima della popolazione. Insomma qualcuno disse che i poveri diventeranno sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Spesso questa è sembrata un’utopica definizione ma direi che più che utopica fosse distopica, come un libro di George Orwell. Sembra proprio che stiamo andando in quella direzione, servono delle vere misure per cambiare rotta, per assurdo ci sono già, sono soluzioni pratiche e semplici, attuabili domani mattina, non tra 10 anni. Siamo in un paese dove chi comanda ama prendere tempo, il bene più prezioso, continuando a fare chiacchiericcio su politica ed economia nei programmi di prima serata discutendo su come salvare l’Italia fino a notte.

Appunto…parlano soltanto. Così il mondo si spaccherà in due, da un lato gli “investiti” e dall’altro coloro che si rifiutano di vivere programmati in questo folle sistema di autodemolizione continua.

Ma noi, popolo, non dimentichiamo e soprattutto non perdoniamo.

Stiamo arrivando. Il cambiamento.

 

Alessio Agnusdei

Founder President CEO Comaan

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