Prof. Ettore Jorio e l’impatto digitale sulla formazione universitaria in tempo di Covid-19.

Emergenza sanitaria vs emergenza economica: un conflitto che ha diviso il Paese specialmente nella fase iniziale e per tutto il lockdown e che ora, in piena Fase 2, rischia di incrementare polemiche e soprattutto accumulare ritardi su ritardi per una ripresa rapida delle attività garantendo allo stesso tempo la sicurezza di lavoratori e cittadini.

Ne abbiamo parlato con il Prof. Ettore Jorio, docente di Diritto civile della sanità e dell’assistenza sociale presso l’Università degli Studi della Calabria.

“Le misure di contenimento nella prima fase della pandemia – esordisce il Prof. Jorio – sono state adeguate ma intempestive. Distanziamento e sistemi di protezione personale, come ad esempio le mascherine, sono strumenti necessari, ma dovevano essere presenti fin da subito, considerato il fatto che lo stato di emergenza era stato decretato il 31 gennaio, mentre la pandemia era nota già a dicembre 2019”.

Bene ma non benissimo, verrebbe da dire, soprattutto sul lato della rapidità delle decisioni che, al contrario, non ha difettato nei provvedimenti del Governo: “Certamente – osserva il Prof. Jorio – ma non possiamo nascondere l’uso ‘distorto’ dei DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, ndr)”.

Ci spieghi.

“La libera circolazione, la libertà dei cittadini di riunirsi ed altre attività che sono state soggette a forti limitazioni, dovrebbero essere decretate con leggi specifiche e non con DPCM. All’incertezza dell’esercizio legislativo si è poi aggiunto il problema delle diverse iniziative prese dalle Regioni, molte delle quali hanno avuto situazioni differenti rispetto a quelle più colpite. Infine, i provvedimenti di emergenza rischiano di diventare ‘cronici’ e permanenti, un serio pericolo da non sottovalutare”.

Veniamo al settore della formazione, in particolare di quella universitaria.

“L’organizzazione formativa – osserva il Prof. Jorio – universitaria ed anche scolastica, ha reagito bene e si è prontamente adeguata all’emergenza, sia lato docenti che degli stessi studenti. Personalmente in UniCal abbiamo svolto ottime sedute di Laurea e Master di Secondo Livello. Il sacrificio, se vogliamo dire la verità, è stato quello delle famiglie che dopo anni di sacrifici avrebbero voluto celebrare il traguardo della Laurea dei propri figli in maniera diretta e più partecipativa”.

La presenza fisica di studenti e docenti, oltre all’importanza delle strutture universitarie e di alta formazione che vantano storie ultrasecolari, sono fattori chiave che in questa fase rischiano di entrare in forte crisi, specialmente alla luce della concorrenza con altre realtà formative che già operano on line fin dai loro esordi.

“Verissimo – osserva il Prof. Jorio – ed è una concorrenza da temere ed è una questione che le Università ‘storiche’ e con lunghissima tradizione dovrebbero affrontare con rapidità al fine di differenziarsi di più e meglio dal lato dei servizi e della qualità dell’offerta. Le Università secolari, quelle  ‘in carne ed ossa’, oggi devono saper competere in un mercato dove quelle ‘on line’ sono più veloci e snelle nel cavalcare il processo di digitalizzazione dell’offerta formativa dovuto all’emergenza pandemica”.

Una lotta difficile in questa fase di forte incertezza.

“E’ come mettere in concorrenza un robot con un atleta che si allena duramente in palestra e che si sacrifica ogni giorno per farsi i muscoli e prepararsi per la competizione: una lotta impari”.

Dunque, un futuro estremamente competitivo si prospetta per il mondo universitario e dell’alta formazione, settori che stimolano anche iniziative come quella promossa dal Prof. Jorio in Calabria, la Fondazione TrasPArenza con sede a Cosenza. “Con ‘PA’ lettere maiuscole – precisa – proprio per la forte attenzione che vorremmo fosse riposta alla crescita delle competenze nella Pubblica Amministrazione. La Fondazione è attiva da anni per l’organizzazione di corsi di formazione gratuiti per i futuri addetti nel variegato mondo del Pubblico, una formazione a tutto tondo, dalla lettura dei bilanci degli Enti Locali fino alla formazione delle classi dirigenti nell’ambito sanitario”.

Una attività ancora ferma in questa fase, ma pronta a ripartire quando le condizioni e la sicurezza lo consentiranno.

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