Stefano Tarquini: “Il settore del turismo l’ultimo a ripartire. Stato assente con noi”

Ritiene le misure di contenimento pandemico adeguate? Sì/No? Cosa suggerirebbe?

“Se avessimo avuto delle misure ti risponderei di sì, ma fino ad ora, oltre i 600 euro, non abbiamo ricevuto niente. Basti pensare che ogni anno pago 30 mila euro di contributi e se non avessi avuto la partita iva non avrei avuto diritto neanche alla disoccupazione, con sette aziende chiuse. Il nostro settore, quello turistico, ripartirà a marzo 2021 con la riapertura dei confini. Vi lascio immaginare con quale turismo andremo avanti, se ci dirà bene con le persone che si prenderanno qualche momento il sabato e la domenica e non è neanche certo vista la crisi economica. A mio avviso la cosa più semplice da fare è quella di prendere in prestito parte delle super pensioni che girano nel nostro Paese, cosi da coprire almeno la cassa integrazione e poi a sua volta riconoscendo, giustamente, gli interessi alle persone che hanno messo sul tavolo una parte di soldi, tramite eurobond”.

Come vede il suo futuro?

“Il mio futuro lo vedo fermo e parzialmente in crescita a partire da marzo 2021, quando alcune attività potranno riaprire e le persone circolare tra i vari paesi”.

Quali timori, quali progetti?

“I timori sono quelli di non poter mantenere il personale che lavora con me e soprattutto quello di mantenere in attivo tutte le aziende che gestisco, semplicemente perché ripartire con la stessa pressione fiscale di qualche mese fa sarà pressoché impossibile. In questo momento l’unico progetto che possiamo fare è quello di migliorare le nostre aziende, ma serve la disponibilità dello Stato che non è arrivata e dubito che arriverà”.

Cosa direbbe ai colleghi del settore?

“Siamo un settore particolare, l’errore che si può commettere è quello di una guerra sui prezzi. Mantenere un prezzo equo sarebbe la cosa più opportuna. Non servirebbe a niente regalare le cose, anzi sarebbe solo controproducente”.

La speranza più luminosa?

“Che si possa ricominciare a lavorare con serenità e a poter ricominciare a girare senza molte precauzioni e soprattutto che il nostro Governo ci dia la possibilità di crescere senza opprimerci con la burocrazia”.

 

 

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