Dr Carmine Ciccarini: “I clienti saranno sempre più persone da curare con la massima attenzione”

Sono i medici specialisti – oculisti, dermatologi, dentisti e così via – una delle tante categorie professionali che stanno subendo, non solo un danno economico per il prolungato lockdown, ma anche una profonda rivoluzione nel rapporto con la propria clientela, specialmente nella Fase 2, caratterizzata dalla riapertura degli Studi e di molte altre attività professionali.

“Per favore – interrompe subito il dott. Carmine Ciccarini, Oculista di fama internazionale oggi operativo nel suo Studio di Perugia – non chiamiamoli ‘clienti’, ma ‘persone’ da curare con la massima attenzione”.

Già, perché una di quelle cose “che non saranno più come prima” riguarderà appunto la spinta ulteriore all’umanizzazione dei rapporti azienda-cliente – pardon: medico-paziente -, paradossalmente più forte grazie anche ai vari distanziamenti imposti per l’emergenza e la ripartenza.

Ma non solo. “Tra le cose che non saranno più come prima – aggiunge il Dr. Ciccarini – c’è una sorta di nuova psicologia di massa che abbiamo vissuto da due mesi a questa parte, quella cioè di trovarsi davanti alle incertezze, un’abitudine che non appartiene molto al DNA degli italiani. Oggi, noi tutti, dovremmo abituarci di più a vivere nell’incertezza ed agire, e saper reagire, di conseguenza”.

Riflessione obiettiva, quella di uno dei massimi specialisti di interventi laser in eccimeri (oltre 4mila in carriera), con grande esperienza a livello internazionale, dagli Stati Uniti ad ospedali europei, arricchita dalle sue attività “sul campo” in Africa, dove ha studiato da vicino malattie rarissime, genetiche e approfondito ogni tipologia di maculopatia”.

E aggiunge: “Pensiamo, ad esempio, alla mia branca medica: fino a poco tempo fa negli ospedali e nelle cliniche l’intervento prevalente era quello della cataratta. Oggi, invece, bisognerebbe saper fare tutto, dal laser all’oculistica pediatrica, alla neuroftalmologia ed avere una cultura e versatilità medica in tutti i campi della nostra area, malattie genetiche e rare comprese”.

Se tutti noi ci dovremo abituare a convivere con il virus per molto tempo (“La pandemia? Una vera disgrazia – osserva lo stesso Dr. Ciccarini – che è stata gestita come meglio si poteva, perché imprevedibile e inaspettata”), molti medici saranno costretti a mutare profondamente la propria attività ampliando il proprio orizzonte professionale.

“Quelli più in difficoltà – aggiunge – sono coloro che hanno svolto per anni un’ attività poco differenziata, mentre chi ha sposato una formazione ampia e ha puntato alla diversificazione delle prestazioni oggi deve solo organizzarsi a lavorare in sicurezza. conoscendo con competenza le varie branche della propria specializzazione, dalla chirurgia alla terapia medica”.

 Sicurezza significa anche rispettare procedure di distanziamento e di utilizzo di strumenti di protezione molto rigidi, passare da una durata media di una visita da 30 a 60 minuti circa, abitudini che sia medici che pazienti dovranno praticare con estrema versatilità e pragmatismo.

Timori?

“Nessuno – aggiunge Ciccarini – anche se molto dipende dalla tenuta psicologica delle persone e dalla velocità con cui tutti noi ci adatteremo all’imprevedibilità. D’altro canto, chi ha da sempre privilegiato la qualità del lavoro e del servizio offerto, non può temere nulla”.

Ci sarà dunque una forte selezione nel suo settore? “Sicuramente. Privilegiare la qualità – conclude Ciccarini – conterà ancora di più come elemento distintivo: significa formarsi continuamente, aggiornarsi, essere attenti a tutte le problematiche e patologie dell’Oculistica. Ciò richiede un forte spirito di intraprendenza, impegno e adattamento, ma si sa, l’Italia non è un ‘Paese per deboli’”.

Virus permettendo.

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