Alessandro Trabattoni: “Al Nord molte aziende lavorano a stretto contatto con la Cina. Il Governo doveva agire meglio”

Ritiene le misure di contenimento pandemico adeguate? Cosa suggerirebbe?

“All’inizio il Governo ha sottovalutato il problema considerando quante aziende, soprattutto al nord, commerciano con la Cina. Questo virus non è un banale raffreddore come è stato detto da molti esperti in campo medico. Ribadisco il concetto che si poteva fare meglio su ogni aspetto”.

Come vede il suo futuro?

“Difficile e non roseo per tutti. Bisogna scendere anche nei vari campi del settore. Il mio fortunatamente non è stato colpito dalla crisi, ma penso a chi gestisce attività aperte alla popolazione come possono essere i ristoranti e mi viene molta preoccupazione”.

Quali timori, quali progetti?

“Il timore più grande è che il virus possa tornare ed essere di nuovo sottovalutato, anche se su questo punto mi affido molto all’intelligenza del popolo italiano. La non ripresa sul campo economico mi preoccupa tantissimo, soprattutto pensando ad alcune persone che potrebbero compiere gesti inconsulti vedendo fallire la propria attività ”.

Cosa direbbe ai colleghi del settore?

“Il mio settore è un po’ particolare, regna tanta incertezza e vediamo se le cure con il plasma possano portare davvero degli effetti sperati. Sarebbe una notizia fantastica. Consiglierei a tutti i miei colleghi di prendere le giuste precauzioni raccomandando lo stesso a tutti i nostri pazienti, affinché il virus scompaia al più presto”.

La speranza più luminosa?

“Mi verrebbe da dire speriamo che si risolva tutto, ma non è così. Quando c’è un attacco terroristico, come quello avvenuto alle le Torri Gemelle la ricostruzione diventa complessa, considerando che questo virus continua a mutare. La speranza è che si possa trovare un vaccino specifico, anche se, dal momento che il virus è molto variabile, trovare una cura apposita è molto complesso. Bisogna ripartire in qualche modo con cautela, ma ripartire”.

 

 

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