Chiara Belardoni: “Ci stanno lasciando da soli, pessima gestione della riapertura”

Ritiene le misure di contenimento pandemico adeguate? Cosa suggerirebbe?

“Dal punto di vista dell’emergenza sanitaria sì, ma dal punto di vista economico e sulla gestione delle aperture delle attività assolutamente no”.

Come vede il suo futuro?

“Molto male. Considerate che nel mio settore, quello dell’abbigliamento, da febbraio a settembre vendiamo abiti da cerimonia e quest’anno rimarranno tutti invenduti. Vedo davvero molti punti interrogativi”.

Quali timori, quali progetti?

“Il progetto è quello di vendere i prodotti online, anche se non l’ho mai fatto. Ho veramente paura che lo Stato non ci aiuti, in questo momento ci sta lasciando soli e dobbiamo sorreggerci soltanto con le nostre forze”.

Cosa direbbe ai suoi colleghi del settore?

“Siamo tutti sulla stessa barca, loro riapriranno dieci giorni più tardi ma non cambia molto”.

La critica più forte che si sente di fare?

“Non capisco con quale criterio si sta riaprendo. Dentro un pullman possono entrare cinquanta persone, mentre nel mio locale di duecento metri quadrati solo cinque alla volta. Stanno riaprendo le chiese prima dei negozi, credo sia emblematico…”.

La speranza più luminosa?

“La speranza è l’ultima a morire, ma in questo momento non vedo un futuro roseo…”.

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