AIDDA Liguria, l’imprenditoria femminile in tempi di Covid-19

Passato e futuro, sono questi i due poli attorno a cui si sviluppa oggi il tema socio-economico in previsione della cosiddetta fase 2 dell’emergenza da Covid 19. Era gennaio quando l’esplosione del virus a Wuhan ha iniziato a riempire le pagine dei giornali. Chi si era illuso che la pandemia fosse solo una brutta parola usata a sproposito dall’OMS ha dovuto ricredersi.

Il virus ha galoppato ovunque e ha costretto tutti a mettere in campo molteplici risorse per contenere il contagio e salvare vite, giusta priorità di tutti i Paesi civilizzati. Ma insieme al virus ha galoppato anche la crisi economica, una crisi senza precedenti potenzialmente esplosiva anche sul piano sociale. 

Se è vero che la quarantena ha rappresentato per molti anche l’occasione per assaporare una vita quotidiana ripensata da zero e il recupero di antichi valori e tradizioni, ora che il virus non è certo sparito ma è diventato un nemico “affrontabile” e con il quale dovremo convivere ancora per mesi e mesi occorre ripartire.

Ora la domanda che tutti si fanno è la stessa in tutti gli ambienti e in tutti gli ambiti professionali e non “Come saremo alla ripartenza?”.

Sicuramente diversi, più consapevoli della fragilità umana e della aleatorietà del benessere economico, ma anche più forti e determinati a rivedere il futuro prossimo nostro e delle generazioni a venire. 

Il Presidente del Consiglio ha riconosciuto in uno dei suoi ultimi discorsi il ruolo determinante dell’impresa per la ripartenza del Paese Italia. E come presidente dell’Associazione Donne Imprenditrici e Dirigenti di Azienda Delegazione Liguria aggiungo che le donne imprenditrici, con il loro coraggio e l’impegno costante e instancabile verso un nuovo approccio culturale, saranno un motore importante per questa ripresa.

AIDDA da oltre 50 anni è il punto di riferimento per le donne con ruoli di responsabilità. E’ la prima associazione italiana nata con lo specifico obiettivo di valorizzare e sostenere l’imprenditoria al femminile, il ruolo delle donne manager e delle professioniste.

Fondata nel 1961 a Torino, è il più autorevole punto di riferimento per le donne che assumono ruoli di responsabilità nella struttura economica italiana, fornendo loro strumenti e servizi d’eccellenza grazie ai quali crescere, formarsi e affermarsi come un vero e proprio valore aggiunto, sia nel contesto professionale che in quello sociale.

Le donne, quelle irriducibili che si battono ogni giorno come soldati per contribuire al benessere di questo Paese. Imprenditrici, artigiane professioniste, managers che arricchiscono la società con i loro piccoli e grandi talenti e creano posti di lavoro per  uomini e donne senza differenza di genere ma di valori,  sublimando l’idea di parità.

E proprio in nome della parità di genere val la pena far notare ancora una volta la scarsa presenza di donne (4 su 17 membri) nella task force governativa che gestirà la fase 2. Un’adeguata rappresentanza di donne nei centri di decisione pubblica e collettiva sarebbe oggi più che mai quantomeno opportuna.

L’impresa italiana rappresenta circa l’85% del PIL del nostro lavoro.

Per farla ripartire occorrerà sicuramente rimboccarsi le maniche e far ricorso a quel senso di responsabilità evocato dal Governo, senso di responsabilità che certo non manca oggi a chi fa impresa e si confronta ogni giorno con gli ostacoli soprattutto burocratici e l’imposizione fiscale che gravano sulle imprese.

E proprio dalla semplificazione della burocrazia occorre cominciare. Ce lo auguriamo da tempo ma oggi la semplificazione non è un optional è un’esigenza.

Che senso hanno bandi troppo restrittivi o un accesso al credito apparentemente garantito dallo Stato ma gravato dalla compilazione di pile di moduli che poi impiegano settimane se non mesi ad essere analizzati e sottoposti a istruttoria da parte delle banche? E intanto il Paese muore. Senza contare, e lo dico da medico oltre che da imprenditrice, che siamo in molti a chiederci se proprio l’eccesso di burocrazia non abbia rallentato l’acquisizione di apparati tecnici e DPI e lasciato morti sul terreno.

Di fronte ad una situazione d’emergenza così grave la velocità di azione sarebbe stata forse più necessaria della perfezione procedurale. E forse è arrivato veramente il momento di dire punto e a capo.

Non vi è dubbio alcuno che le procedure debbano essere garanzia di trasparenza ed imparzialità ma non devono diventare un alibi per non fare quello che oggi necessariamente va fatto. Meno burocrazia, interventi dello Stato in condivisione con l’Unione Europea, accesso al credito garantito e veloce, contributi a fondo perduto, forti incentivi fiscali come ad esempio crediti di imposta rapportati alla riduzione dei fatturati nonché crediti di imposta cedibili per gli investimenti in tecnologia, informatica o impianti ecosostenibili. E ancora incremento dello  Smart Working e maggior valorizzazione del capitale umano. Forse questa potrebbe essere la ricetta per ripartire.

E proprio nella valorizzazione del capitale umano e nell’ottimizzazione degli orari di lavoro di collaboratori e dipendenti le donne imprenditrici, con la loro sensibilità di mogli, madri e figlie possono giocare un ruolo fondamentale nella costruzione non solo di un nuovo modo di fare impresa ma di un mondo diverso e migliore.

(Consiglio Direttivo AIDDA Delegazione Liguria:Tiziana Lazzari Presidente, Laura Baldi, Barbara Borsotto, Francesca Dagnino, Ambra Gaudenzi, Riccarda Giordano, Gabriella Melchionna, Patrizia Merlino, Cristina Querci).

Exit mobile version