Avataneo: “Misure in atto adeguate, ma serve più chiarezza nelle autocertificazioni”

Titolare dell’omonima Farmacia, il medico confida le sue riflessioni del momento causato dall’epidemia, tra le paure e le speranze, alla nostra testata.

La sua Farmacia sita a Selargius, è nota e frequentata. Come tutti, anche il Dottor Carlo Avataneo, è alle prese con il delicato momento dell’epidemia Coronavirus. I dati sembrano essere giorno dopo giorno positivi, con la curva dei contagi che appare in netta discesa. In merito ci confida le sue paure e le sue speranze

Ritiene le misure di contenimento pandemico adeguate? Cosa suggerirebbe?
“Credo che le misure attualmente in atto siano adeguate; sotto certi aspetti forse anche un po’ troppo. Suggerirei più chiarezza e meno autocertificazioni”.

Come vede il suo futuro? 
“Onestamente vedo non troppo diverso dal presente, magari lasciando più spazio ai colleghi più giovani. A loro direi, e agli altri mie colleghi più grandi, di continuare a dare il massimo, nonostante le difficoltà del momento”.

Quali timori, quali progetti?
“Nel mio campo il timore (ma è praticamente una certezza) è, con l’avvento delle società di capitale nel settore, lo snaturamento della professione. Quanto ai progetti, per ora sono in fase di riflessione; attendo di vedere cosa accadrà alla fine di questa pandemia”.

Cosa direbbe ai colleghi del settore?
“Che occorre tenere duro e non mollare. Si possono dire tante cose, ma l’importante è quello”

La critica più forte che si sente di fare?
“Purtroppo la confusione delle disposizioni e la scarsità di aiuti seri per le categorie più in difficoltà a causa della chiusura di tante attività”.

La speranza più luminosa?
“La speranza è solo una: quella di tornare alla normalità in tempi brevi, altrimenti la vedo nera per tante situazioni”

Vista la situazione, il calcio, anche con le partite a porte chiuse, deve riprendere o no?
“Assolutamente no. Certo, gli interessi economici che ruotano intorno al calcio sono enormi, ma non vedo come sia possibile consentire, finché il distanziamento è considerato assolutamente necessario, uno sport che comporta contatti fisici. Ammesso che siano gestibili altri aspetti (tamponi, isolamento di eventuali positivi, etc.)”.

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