Silvia Sansonno, Biomedical Center di Bari: “Intervenire di più per aiutare le imprese a superare il momento di difficoltà”.

Attività ridotta, forte calo della clientela e misure di contenimento eccessive e che avrebbero dovuto essere proporzionate al differente impatto del Coronavirus nelle regioni.

Nessuna polemica, ma, al contrario, una grande voglia di guardare con fiducia al “dopoguerra”, è quello che traspare dai toni misurati di Silvia Sansonno del Biomedical Center, laboratorio di analisi a Bari-Bitonto specializzato nella diagnosi nel campo della chimica clinica, microbiologia, endocrinologia, virologia, markers tumorali, ematologia, allergologia, intolleranze alimentari e genetica.

“Abbiamo sempre assicurato la continuità del servizio – aggiunge la Dott.ssa Sansonno – limitando a due giorni l’apertura settimanale, ma mantenendo l’orario pieno. Abbiamo affrontato grandi difficoltà specialmente all’inizio, quando i materiali di sicurezza personale, come mascherine e guanti, erano introvabili o eccessivamente costosi, e quando regnava anche nei nostri collaboratori la paura del contagio”.

Difficoltà che sono state superate senza alcun aiuto esterno, anche se, ad esempio si lamenta ancora la carenza di guanti monouso per gli operatori sanitari: “Noi imprenditori – osserva – facciamo parte dei ‘non garantiti’, pertanto ci siamo accollati tutti i costi per assicurare la continuità di un servizio chiave per la salute dei cittadini, oltre a quelli legato alla sicurezza dei dipendenti e dei clienti, mantenendo sempre elevata la qualità delle prestazioni”.

Perché, comunque, il rischio è che, a fronte di un calo eccezionale del volume di affari, molti operatori tendano a risparmiare sui costi aziendali a scapito della qualità: “Non è il nostro caso – sottolinea la Dott.ssa Sansonno – però va tenuto conto che alcuni operatori potrebbero essere tentati ad aumentare le tariffe o ad effettuare test con procedure più economiche a discapito della qualità”.

Sulla Fase 2 c’è molta attesa e forte desiderio di accelerare il ritorno alla normalità: “I provvedimenti di contenimento – aggiunge – sono stati tutti troppo legati alla drammatica situazione della Lombardia, mentre si doveva tener conto che, laddove i numeri erano più contenuti, diverse attività potevano già ripartire gradualmente e con tutte le garanzie di sicurezza. Insomma, ci voleva un pò più di coraggio e puntare di più nella responsabilità degli individui”.

Perché il vero rischio, insieme a quello sanitario, è senz’altro quello economico.

“Siamo in un momento in cui le difficoltà economiche dovute alle attività chiuse, alla perdita dei posti di lavoro e al calo degli introiti di negozi, società e professionisti, sono elementi che stanno pesando in maniera forte su imprenditori che vedono, giorno dopo giorno, crescere il proprio indebitamento”.

E questo, nonostante il settore sanitario sia diventato un settore chiave in questa fase.

“Speriamo – conclude la Dott.ssa Sansonno – che come in ogni immediato dopoguerra inizi una lunga fase di benessere sociale ed economico, dettato anche dalla rivalutazione di buone abitudini che avevamo tralasciato”.

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