“Coronavirus” è uno dei marchi più richiesti al mondo

Con oltre 60 richieste di deposito, “Coronavirus” è il marchio più ambito in questo momento.

E’ la sorprendente analisi di Business Intelligence Group azienda specializzata nella realizzazione di indagini di mercato all’ implementazione di sistemi hardware e software per lo sviluppo di reportistica ed analisi di grandi quantità di dati (Data Lake).

Che il fenomeno “Coronavirus” fosse da studiare da tanti punti di vista non ne avevamo dubbi. Il periodo che stiamo vivendo ha avuto importanti ripercussioni sulla salute fisica delle persone che sono state colpite dal virus, sulla salute mentale e psicologica dovute all’isolamento e alla quarantena, e sull’organizzazione economica e sociale messa in atto per limitare la diffusione del contagio.

Nel giro di qualche settimana tutte le certezze sono crollate. Niente era come poco prima e molto probabilmente non lo sarà dopo la fine di questa pandemia. Tutto, ad eccezione di una cosa: la capacità del genere umano di aggrapparsi alla vita al fine di salvaguardare la propria sopravvivenza.

Mentre il mondo scappava dal Coronavirus c’era chi lo stava correndo verso la Camera di Commercio per registrarne il marchio.

Ma COVID 19 sarà il brand del futuro?

La prima cosa da dire è che molto probabilmente nessuna delle 60 richieste di registrazione del marchio andrà a buon fine, perché non è un nome registrabile in quanto si ritiene che sia diventato in tempi rapidissimi una dicitura ormai di uso comune. Al di là di questo aspetto tecnico giuridico, c’è un aspetto legato all’immagine ed ai valori che un marchio del genere veicola verso i consumatori. Dallo studio che abbiamo fatto di recente sugli oltre 100 brand in quasi tutti i settori merceologici sappiamo che i quattro valori dominanti che apportano valore positivo alla marca sono: l’attenzione alla salute, l’accessibilità, l’innovazione e l’ecosostenibilità.

Risulta quindi evidente che i dubbi sul successo di un marchio del genere non siano solo dal punto di vista legale ma soprattutto dal punto di vista strategico. Al di là di possibili riscontri positivi da parte di un pubblico desideroso di esorcizzare ed ironizzare su questo dramma, credo che sia davvero difficile che il brand “coronavirus” diventi un vero marchio di successo. “E lo scopriremo solo VIVENDO”.

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