Asfissia di liquidità da coronavirus

“La situazione attuale generale per chi ha le attività ferme o per chi, come la maggior parte dei professionisti, continua a lavorare dentro il proprio Studio senza incassare un euro, è una gravissima e preoccupante asfissia di liquidità”.

Interviene così Manuel Seri, Avvocato Tributarista di Macerata sul Decreto Liquidità, il “bazooka” che dovrebbe ridare fiato all’economia di un Paese il cui PIL 2020 ad aprile si attesterà intorno ad un meno 20%.

“Ci si avvicina sempre di più alle canoniche scadenze fiscali – osserva Seri – tra cui il versamento del saldo dei tributi sui redditi dell’anno scorso a cui si aggiungono per molti i rinvii nei pagamenti dell’IVA, delle ritenute, dei contributi, recentemente sospesi per l’emergenza) senza disporre delle risorse finanziarie necessarie.  Secondo la logica della manovra varata dal Governo dovremmo andare a batter cassa in banca per prestarci il danaro necessario sia per adempiere agli obblighi fiscali e contributivi, sia per tirare avanti o riattivare le proprie attività economiche e professionali con limiti quantitativi gravemente insufficienti ed erogazioni totalmente incerte”.

“La logica del prestito “caritatevole” – prosegue – non risolverà nulla, ma costituirà solo un’ipoteca assurda sull’attività e sulla capacità di guadagno di ogni imprenditore e professionista per quest’anno e per gli anni a venire”.

C’erano (o ci sono) alternative più efficaci?

“Qualcosa di veramente serio molto efficace per affrontare l’incertezza del futuro sarebbe, ad esempio, quello di intraprendere alcune azioni immediate. Innanzitutto, eliminare l’obbligo dei versamenti a saldo dei tributi dovuti sui redditi del 2019; eliminare, inoltre, per il lavoratori autonomi l’obbligo dei versamenti contributivi sui redditi sempre dell’anno scorso; convertire, poi, in crediti d’imposta i versamenti in anticipo sull’acconto – previsto a giugno 2019 – ed in acconto – novembre 2019 – delle imposte sui redditi per poterli utilizzare a compensazione dei versamenti dell’IVA dovuti (trattandosi di una partita di giro riguardante un tributo europeo il versamento relativo non dovrebbe essere evitato); stabilire, infine, un livello di esenzione per la salvaguardia delle attività produttive, commerciali e professionali dalle imposte dirette sui redditi del 2020, che consenta alle varie attività di sopravvivere, di conservare la forza lavoro e la capacità produttiva od operativa e di poter recuperare progressivamente il terreno perduto nelle settimane trascorse, in quelle che verranno ed in quelle che saranno necessarie affinché il sistema economico torni a funzionare e a stabilizzarsi”.

E conclude: “Se i Governi europei – in primis quello italiano – in situazione di emergenza mondiale, non sono capaci di uscire dalla logica dei numeri e dei prestiti, non sarà solo il coronavirus a fare stragi, ma anche l’asfissia provocata dalla mancanza di liquidità per continuare a lavorare”.

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