Ripartire in sicurezza: ecco le speranze dell’Ance di Terni.

L’incertezza sulla data e sulle modalità di riapertura delle costruzioni viene ritenuto dai responsabili del comparto delle costruzioni, un problema enorme e soprattutto per la tenuta economica e sociale della Regione in genere. “Siamo stati i primi, di fronte all’emergenza, a chiedere di fermare i cantieri dimostrando responsabilità e attenzione verso la salute di tutti e dei nostri dipendenti in particolare” spiega Ponteggia il responsabile ternano dell’Ance.
Che ricorda come gli aderenti all’Ance si sono immediatamente attivati per esprimere non solo generica vicinanza ma una concreta solidarietà, acquistando dei ventilatori polmonari distribuiti nella “zona rossa”. A livello locale l’Ance ha supportato gli ospedali di Perugia e di Terni. “Abbiamo subito sottoscritto protocolli sulla sicurezza che sono stati presi a riferimento anche da altri settori, ma ora abbiamo bisogno di lavorare, di riprendere le attività. Inoltre la situazione dell’Umbria è piuttosto incoraggiante e per questo non si capisce tanta attenzione alla riapertura di altre zone del Paese, molto più colpite dall’epidemia, e ancor meno si capiscono i motivi di tanta attenzione verso altri comparti senza valutare come sia strategico il nostro settore che riattiverebbe il 90% delle diverse produzioni”.
Ma all’Ance hanno anche una soluzione: “Pagare i debiti della pubblica amministrazione verso le nostre imprese, come sostenuto tra l’altro dall’Unione Europea, quasi 6 miliardi è il credito delle imprese edili, e soprattutto non si avviano immediatamente i lavori già finanziati. Non chiediamo assistenza ma solo la possibilità di lavorare in sicurezza” conclude Ponteggia.

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