Confindustria Moda: pronti per la ripartenza in sicurezza

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Confindustria Moda, – la Federazione del tessile moda e accessorio che raggruppa oltre 65 mila imprese che danno lavoro a più di 580 mila lavoratori e fatturano più di 95 miliardi di euro – e le organizzazioni sindacali nazionali di categoria Femca-Cisl, Filctem- Cgil e Uiltec-Uil annunciano oggi la firma di un importante “Protocollo Condiviso del Settore Moda” che definisce le modalità per la ripresa dell’attività nelle imprese dei settori Tessile, Moda e Accessorio.

Il Protocollo, che sarà implementato in tempi rapidissimi nelle aziende, è stato redatto nel rispetto delle normative e delle più stringenti indicazioni delle autorità sanitarie nazionali e internazionali con l’obiettivo di coniugare il valore primario della salute e della sicurezza del lavoro – attraverso adeguati livelli di protezione – con la tutela economica dell’assetto produttivo italiano.

Claudio Marenzi, Presidente di Confindustria Moda ha dichiarato: “Se le attività non riprenderanno urgentemente, rischiamo di veder scomparire il 50% delle nostre aziende, soprattutto piccole e medie – che rappresentano il 90% del nostro settore. Parliamo di centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio, ma anche di mancate entrate fiscali per lo Stato per miliardi di euro. Non solo, per ogni piccola e media impresa italiana che dovesse chiudere, ce ne sarebbe una straniera pronta a prenderne il posto. Significherebbe solo danneggiare la seconda più importante industria manifatturiera del paese, principale contributore al saldo positivo della bilancia commerciale del nostro paese”

In sintesi, il Protocollo prevede:

  • Programmi di informazione e formazione per i lavoratori sulle misure di sicurezza adottate per prevenire il contagio Covid-19 nell’ambiente lavorativo e delle misure di precauzione che i lavoratori devono adottare nel tragitto casa-lavoro (comportamenti da tenere in caso di febbre, sintomi influenzali, rispetto delle distanze di sicurezza, rispetto delle regole di igiene, etc.)
  • Ingressi scaglionati per i dipendenti (previo controllo temperatura corporea, rispetto eventuali periodi di quarantena, etc.) e modalità di trasporto dei lavoratori, a cui sarà chiesto di utilizzare preferibilmente mezzi propri, utilizzati individualmente (nel caso di utilizzo di mezzi pubblici, i lavoratori saranno sempre dotati di mascherina protettiva ed istruiti sulle migliori norme di comportamento per ridurre al massimo le occasioni di contagio).
  • Modalità di ingresso di fornitori esterni, tra l’altro attraverso la definizione di procedure di ingresso transito e uscita con percorsi separati e ben definiti e il rispetto delle indicazioni di distanziamento sociale
  •   Policies per la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica (settimanale) dei locali, degli ambienti produttivi e degli uffici, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago.
  •  Utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuale: ciascuna azienda fornirà ad ogni dipendente un numero adeguato di mascherine protettive (con priorità per i lavoratori addetti ai reparti ad alta intensità di lavoro), che dovranno essere utilizzate in conformità a quanto previsto dalle indicazioni dell’OMS. Qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.
  •   Precauzioni igieniche individuali, in particolari per le mani, per le quali le aziende mettono a disposizione detergenti specifici
  •   La gestione degli spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, aree relax, etc.) con ingressi contingentati, permanenza per tempi ridotti e mantenimento della distanza di sicurezza di almeno 1 metro tra le persone che li occupano.
  • Una organizzazione aziendale più flessibile (turnazione, trasferte e smart work, rimodulazione dei livelli produttivi), con la possibile chiusura di tutti i reparti e uffici diversi dalla produzione per i quali è possibile il funzionamento mediante il ricorso allo smart work; la rimodulazione dei livelli produttivi; la definizione di nuovi piani di turnazione dei dipendenti per ridurre al minimo i contatti e creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili; la cancellazione di tutte le trasferte e i viaggi di lavoro nazionali e internazionali.
  •   Cancellazione delle riunioni interne e riduzione al minimo degli spostamenti interni (le riunioni in presenza solo consentite in occasioni di urgenza e con una partecipazione ridotta al minimo).
  •  la sospensione e la cancellazione di tutti gli eventi interni e l’erogazione di attività di formazione da remoto anche per i lavoratori in smart work; è quindi sospesa la formazione in modalità in aula, anche obbligatoria, anche se già organizzata.
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